da Vicenza
I genitori, gli amici, i vicini di casa corrono in via Ponte Napoleone, a Camisano Vicentino. LAlfa 166 si è appena schiantata sul muretto e, dopo il tremendo impatto, è finita nel fossato. Dentro ci sono quattro diciannovenni, tutti di Camisano. Per loro non cè scampo.
Il cartello che segnala il limite dei 50 chilometri lora non è sufficiente a disinnescare i pericoli. È venerdì, mancano pochi minuti a mezzanotte, e in un battibaleno tutto il paese, poco più di ottomila abitanti che si conoscono per nome, viene a sapere della tragedia. Non è la prima volta che su quella curva succede lirreparabile. Le ultime due vittime risalgono a pochi mesi fa. Ma quattro morti in un colpo, quattro diciannovenni, quattro giovani conosciuti e stimati da tutta Camisano che se ne vanno così, dopo una serata in allegria, senza eccessi, sono un bilancio inaccettabile.
Matteo Ertolupi, Riccardo Frigo, Claudio Contarini e Francesco Figliomeni non tornavano dalla discoteca. Semplicemente, stavano facendo un giro, stavano passando un venerdì sera tra amici. Sono stati gli stessi abitanti della zona a tentare disperatamente, per primi, di estrarre i ragazzi dal veicolo, ma era letteralmente accartocciato, ruote allaria. I carabinieri, come si dice sempre in questi casi, stanno studiando i rilievi per capire come possa essere successo un simile disastro. Chi ha visto la scena, la macchina ridotta a un cartoccio di lamiere contorte, i ragazzi dilaniati nellabitacolo, deduce che andassero troppo forte. Ma non basta ancora per giustificare una simile strage. Ci sono tracce di pneumatici sullerba ai bordi della strada: forse lAlfa 166 è sbandata, forse cera anche brina sullasfalto, il ragazzo che guidava non è più riuscito a raddrizzarla e la corsa è finita contro il muretto.
I medici del Suem, intervenuti con tempestività, non hanno potuto fare altro che constatare la morte di tre giovani. Il quarto respirava ancora, hanno tentato una disperata rianimazione. Tutto inutile, è spirato in via Ponte Napoleone, a pochi passi da amici e familiari che, tra le lacrime, si aggrappavano a unimpossibile speranza.
«Sono stato il pediatra di tutti e quattro - racconta affranto il sindaco di Camisano, Eleutherios Prezalis -, li ho visti nascere.
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