Dai maoisti un ultimatum di quattro giorni «Accogliete le richieste o Bosusco morirà»

Novantasei ore. È l’ultimatum stabilito dal leader dei ribelli maoisti, Sabyasachi Panda, per ottenere quanto da loro preteso in cambio del rilascio di Paolo Bosusco, rapito lo scorso 14 marzo. In un video messaggio, il capo dei maoisti ha detto di non escludere «gesti estremi» nel caso in cui il governo dell’Orissa non soddisfi le loro richieste. Panda ha aggiunto che gli «sforzi» annunciati sinora del governo sono solo «una farsa». Giovedì il primo ministro dello stato di Orissa, Naveen Patnaik, aveva annunciato i nomi di 27 persone che saranno scarcerate per favorire il rilascio di Paolo Bosusco. Patnaik ha spiegato che la decisione di facilitare la scarcerazione è stata presa per ragioni umanitarie: le autorità si aspettano che i ribelli ricambino il gesto e liberino gli ostaggi (oltre all’italiano è stato sequestrato un parlamentare) illesi e al più presto. Tra i detenuti di cui si annunciava la scarcerazione c’è anche il nome di Subhashree (Mili) Panda, moglie del leader maoista Sabyasachi Panda.

Ma i maoisti sarebbero contrari al rilascio di prigionieri nei termini prospettati dalle autorità dell’Orissa. Vogliono anche l’archiviazione definitiva di tutti i processi contro esponenti delle popolazioni contadine locali, una richiesta che implicherebbe la scarcerazione di oltre 200 prigionieri.

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