Danimarca, sventato attacco di Al Qaida: preparava stragi come a Londra e Madrid

Fausto Biloslavo

Marchio di Al Qaida per il complotto del terrore sventato in Danimarca. I servizi d’intelligence della polizia ne sono convinti dopo avere arrestato otto sospetti nei sobborghi di Copenaghen. La cellula islamica smantellata nella notte fra lunedì e martedì stava preparando un grave attentato, ma le autorità non hanno voluto indicarne l’obiettivo. I servizi danesi temono che gli emuli di Al Qaida in Europa vogliano ripetere il massacro di Madrid nel 2004 o la strage di Londra di un anno dopo.
Una serie di blitz mirati, condotti nei sobborghi della capitale come Ishoej e Nordvest, dove abitano in gran parte gli immigrati islamici, hanno portato all’arresto di otto persone. Tutti ragazzi giovani fra i 19 ed i 28 anni, sei dei quali hanno la cittadinanza danese. Come nel caso di Londra, fanno parte della seconda o terza generazione di famiglie provenienti da Afghanistan, Pakistan, Somalia e Turchia. Le autorità non hanno voluto rivelare le loro identità, ma precisano che i capi sono due e staranno in isolamento per un mese, secondo le nuove e draconiane norme antiterrorismo approvate dopo l’11 settembre 2001. «Si tratta di militanti islamici con contatti internazionali, compresi rapporti con membri d'alto rango di al Qaida» ha rivelato Jakob Scharf, direttore generale del Pet, il servizio segreto della polizia danese. Stavano preparando «un atto di terrorismo che implicava l'uso di esplosivo» ha sottolineato il capo dell’intelligence. I blitz hanno portato «a sequestrare una serie di oggetti e di materiali che sono importanti nel caso».
In pratica la preparazione per l’attacco terroristico era già avanzata. Lo stesso Scharf ammette: «Ci siamo mossi perché avevamo raccolto abbastanza elementi di prova per poterli arrestare. Inoltre parecchi tra i sospetti avevano acquistato materiali per preparare esplosivi di natura instabile, che tenevano in una zona della città densamente popolata».
Il ministro danese della Giustizia, Lene Espersen, ha definito «molto inquietante» il fatto che nel suo Paese ci siano degli individui che «hanno la volontà e la capacità» di condurre attacchi terroristici.
Mustafà al Shansique, un imam che vive in Scandinavia, intervistato da Al Jazeera, ha però attaccato le autorità danesi. «Siamo stufi di questi arresti di appartenenti alla nostra comunità, che puntualmente si rivelano basati su sospetti infondati», protesta il predicatore.
In realtà la Danimarca è diventata un obiettivo primario di Al Qaida dopo la famosa vicenda delle vignette di Maometto - che hanno infiammato il mondo islamico - pubblicate da un giornale locale. Inoltre il governo conservatore danese è un fedele alleato di Washington, mantiene un piccolo contingente in Irak e ha inviato truppe in Afghanistan. Abdullah Mahsud, giovane capoccia talebano, ex prigioniero di Guantanamo, aveva annunciato che una dozzina di terroristi di Al Qaida erano stati addestrati per infiltrarsi in Danimarca con l’obiettivo di punirla per le vignette satiriche. Mahsud è stato ucciso poco tempo fa nella zona tribale pachistana, ma sia Bin Laden che il suo braccio destro, Ayman Al Zawahiri, hanno inneggiato alla guerra santa contro i danesi nei loro messaggi audio e video.
Negli ultimi due anni sono state sgominate tre cellule terroristiche in Danimarca. Lo scorso febbraio il capo di uno dei gruppi smantellati è stato condannato a sette anni di carcere. L’indagine era partita a fine 2005 con l’arresto in Bosnia di terroristi locali, uno dei quali aveva la residenza in Danimarca ed era pronto a farsi saltare in aria contro obiettivi occidentali a Sarajevo.

In aprile è stato condannato a tre anni e mezzo di prigione Said Mansour, un danese di origini marocchine accusato di istigare i suoi confratelli ad aderire alla guerra santa distribuendo a Copenhagen i video più truculenti di Al Qaida.

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