Danno la sede ai centri sociali, non alle pubbliche assistenze

Ragazzi e ragazze della Pubblica Assistenza con indosso la celebre tuta fluorescente, a bordo di un'ambulanza in Piazza Manzoni. Militi immobili, nonostante le possibili intemperie del clima. Quasi come dei soldati che presidiano una postazione, rimangono lì, senza neanche un tetto, ad aspettare una chiamata di emergenza. Se non stazionassero proprio in quella piazza, ma partissero da via Donati (Quezzi), sede attuale della P.A. «Volontari del soccorso», non riuscirebbero ad intervenire in tempo in certe parti della città come San Fruttuoso o Marassi.
Questo è il risultato di tanti anni di chiacchiere e promesse che l'amministrazione cittadina ha riversato sulla Pubblica Assistenza «Volontari del Soccorso». «La nostra sede si trovava in piazza Manzoni - spiega Antonino Iacono, vicepresidente della pubblica assistenza - ma i locali erano stati dichiarati inagibili. Il Comune ci aveva promesso che di lì a breve ci avrebbe trovato uno spazio alternativo limitrofo. Piazza Manzoni, infatti, si profila come un centro nevralgico fondamentale per l'operato del 118 che, grazie alla centralità della zona, riesce ad intervenire nei tempi stabiliti (8 minuti) nelle zone di competenza (San Fruttuoso, Marassi, Quezzi, Bassa Valbisagno). Non abbiamo più avuto riposte, sono passati tre anni da allora».
La questione è tornata a galla lo scorso 4 novembre, data dell’alluvione. «La sede di piazza Manzoni si è allagata - ha continuato Lino Cavicchini, presidente della Commissione disciplina della P.A.- così il Comune ci ha spostato “temporaneamente” in via Donati. La soluzione doveva essere momentanea perché è evidente come la nuova postazione non permetta di svolgere il lavoro di pronto intervento in modo repentino, essendo defilata da alcune zone di competenza. L'assessore Bruno Pastorino, nostro referente, ci aveva assicurato che finalmente ci avrebbero dato dei locali agibili in piazza Manzoni, quelli promessi una prima volta più di tre anni fa».
Ma le parole non si sono tramutate in fatti, nonostante le tante battaglie del presidente Remo Benzi, sempre in prima fila per la sua associazione.

E la situazione, ad oggi, sta perfino degenerando.
«Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce, le nostre sirene - ha tuonato il milite Magliarachi - stiamo raccogliendo adesioni per un grande corteo di ambulanze in programma il 7 febbraio».

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