Debiti, rifiuti e scandali: le macerie di Marrazzo

Sarebbe facile descrivere il «buon governo» attuato dal centrosinistra del Lazio sintetizzandolo nella metafora del caso Marrazzo. In realtà, sono i numeri a fornire di per sé un’immagine esaustiva di come siano stati buttati via cinque anni. Il Lazio è una Regione con un debito sanitario monstre di 9,9 miliardi di euro che rappresenta il 50% circa del totale italiano. Nel 2009 il disavanzo, ossia la differenza tra quanto si è ricavato e quanto si è speso per la sanità, si è attestato a quota 1,3 miliardi di euro, in calo rispetto agli 1,7 miliardi dell’anno precedente.
Non va meglio nel settore dei rifiuti. Prorogato anche nel 2010 l’utilizzo della megadiscarica della Capitale a Malagrotta, perché sul fronte dei termovalorizzatori si è sempre andati a rilento. «Se non cambierà qualcosa in Regione, c’è il rischio che il Lazio sui rifiuti faccia la fine della Campania», è stato l’ultimo monito del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Chiunque vinca, tra Renata Polverini ed Emma Bonino, si troverà a dover ripartire dalle macerie.

Ecco perché il fatto che l’ex governatore Piero Marrazzo sia stato coinvolto in uno scandalo legato alle sue intime frequentazioni con transessuali alla fine può essere derubricato come una debolezza personale che intristisce ancor di più un evidente fallimento politico.

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