Il decreto del ministro Bersani puzza di ideologia anti-liberale

Il ministro Bersani ha affermato che il decreto legge inteso a migliorare la competitività non rappresenta «furore ideologico» contro certe categorie professionali.
Se questo fosse vero il decreto avrebbe incluso anche i medici tra tutti gli altri professionisti che potranno eliminare le tariffe minime e potranno far sapere, attraverso la pubblicità, quali siano le prestazioni da essi erogate. E invece i medici saranno «chirurgicamente» esclusi.
È fin troppo evidente che, nel caso delle prestazioni sanitarie, il decreto vuole evitare che uno studio medico privato possa finalmente ridurre il divario normativo e provare a competere ad armi pari con il servizio pubblico.


In questo c’è ancora puzza di tutta l’antiquata ideologia anti-liberal tipica della sinistra italiana (che non trova riscontro in altre sinistre europee più moderne) e non vi è affatto sentore di quella vera libera concorrenza che invece sarebbe auspicabile, se non altro perché permetterebbe alla gente di fare le scelte di volta in volta più opportune in quanto più consapevoli.

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