Detenuti contro gli incendi

Detenuti di Marassi da adibire alla pulizia dei boschi e una nuova caserma dei Vigili del Fuoco al casello di Genova Nervi: sono solo alcune delle proposte avanzate dal Comune che, dopo l'estate di fuoco che ha colpito i quartieri del levante il 19 agosto e il 6 settembre, corre ai ripari e lancia un pacchetto sicurezza contro gli incendi. Lo hanno anticipato lunedì pomeriggio al Municipio IX Levante l'assessore alla Sicurezza Francesco Scidone insieme alla collega, responsabile alle Manutenzioni, Elisabetta Corda.
Perché se è vero che «il contributo dei vigili del fuoco, della forestale e dei volontari in quel frangente è stato encomiabile, è anche vero che la fortuna e la mano di Dio hanno evitato tragedie ben peggiori», ha ammesso Scidone di fronte a un pubblico che non ha risparmiato critiche. A partire dal cantautore Gino Paoli, residente a Sant'Ilario, che ha chiesto la parola: «Per poco Genova non diventava come la Roma di Nerone, considerato che intorno alle case non esiste una zona taglia fuoco, i boschi sono sporchi e i pompieri hanno chiesto l'acqua a me perché non ci sono bocchette antincendio». In realtà «nel comprensorio comunale esistono circa 2500 prese dell'acqua, ma sono sconosciute o poco raggiungibili», ha spiegato Scidone anticipando che «anche se la legge impone le bocchette antincendio solo per gli edifici superiori ai 24 metri, intendiamo renderle obbligatorie per tutte le nuove costruzioni e quelle soggette a ristrutturazione». Poi c'è il problema del soccorso aereo che quest'estate ha visto impegnati diversi canadair e 6 elicotteri. «Otto minuti è il tempo massimo calcolato tra un lancio e quello successivo per rendere efficace l'opera di spegnimento - è intervenuto l'ingegnere dei vigili del fuoco Emanuele Gissi - mentre l'unico punto di rifornimento è a forte Quezzi». Da lì la proposta di realizzare 10 aree di sosta per elicotteri con piscine gonfiabili di 5 o 6 mila litri d'acqua.

Mentre per i privati scatta l'obbligo di tenere pulita una fascia di 15 metri intorno alla propria casa, Elisabetta Corda ha assicurato un controllo sullo stato di saluto degli alberi, anche con strumenti radiografici.

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