Medicina

Diabete, sempre più bambini malati

Avere un indice di massa corporea elevato e la pressione massima già alta è un rischio anche per i giovani: il diabete è sempre in agguato. L’allarme è stato lanciato a Padova dei medici partecipanti al 23° Congresso Nazionale della Società Italiana di diabetologia che si è appena concluso. Una conferma della diffusione del diabete già tra gli adolescenti appare da uno studio condotto negli Stati Uniti dal National Growth and Health e dalla Princeton university su un migliaio di giovani osservati dai 6 ai 18 anni. Se poi si aggiungono – precisano i diabetologi a Padova - colesterolo e trigliceridi fuori dalla norma ed una glicemia sopra i 100 milligrammi per decilitro, il rischio diventa quasi certezza.
L'influenza nefasta di questi fattori non è certo sorprendente, perché anche negli adulti è indice di rischio. Dobbiamo abituarci all'idea di valutare la glicemia e magari pure l'insulinemia anche nei bambini che vanno alle elementari. Il diabete, stando alle previsioni, colpirà con forza le nuove generazioni in sovrappeso già alle elementari. Si deve cercare di prevenirlo fin dall'infanzia, provando a individuare gli elementi che «predicono» una maggior probabilità di ammalarsi per intervenire su chi rischia di più.
È ciò che hanno fatto due ricerche, pubblicate di recente sugli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine. Il diabete in Italia è sempre più giovane: sono ormai poco più di 15 mila i bambini fra 0 e 14 anni colpiti da diabete di tipo uno, quello appunto giovanile, e oltre 60.000 i giovani pazienti dai 15 ai 30 anni. Ogni 2 giorni si ammala un bimbo, uno su 10 è figlio di migranti. Il diabete giovanile viene ormai diagnosticato ogni anno anche a bambini tra 0 e 14 anni, in un caso su 10 si tratta di figli di migranti che hanno assunto stili di vita occidentali. Come ricorda Domenico Fedele, presidente del congresso, il diabete è una epidemia mondiale, almeno nei Paesi industrializzati. Solo in Italia il 5% della popolazione è affetto da diabete, ma a questa cifra dobbiamo aggiungere una stima di un 2-3% di popolazione a cui questa malattia non è stata diagnosticata. Possiamo dire, quindi, che il nostro stile di vita è diabetogeno: aumento di peso, ipertensione, dislipidemie sono disturbi all’ordine del giorno in quasi tutte le famiglie italiane. Occorre – sostiene Fedele - una razionale riorganizzazione delle reti sanitarie, con meno centri dislocati sul territorio ma dotati di maggior personale, di una più lunga disponibilità di apertura al pubblico, di più efficienza. Oltre che di ricerche e di conquiste mediche, si deve mantenere una elevata offerta terapeutica.
Secondo le stime nel 2025 il diabete colpirà nel mondo 380 milioni di persone, ma già oggi si registra un forte aumento del diabete di tipo 2, quello dovuto all`aumento dell`obesità. Per sensibilizzare i cittadini alla prevenzione da nove anni si celebra la Giornata mondiale del Diabete.
Tra gli obbiettivi vi è quello di sensibilizzare la conoscenza di questa malattia silente. Recentemente si sono realizzati importanti progressi per il trattamento del diabete e la prevenzione delle sue complicanze. Il mantenimento di livelli glicemici adeguati, ad esempio, riduce grandemente il rischio di complicanze micro- e macro-vascolari.Tra le attività svolte per prevenire l’insorgenza di complicanze è previsto, in particolare, il monitoraggio dell’emoglobina glicosilata, sostanza presente nel sangue che risente dei livelli di glicemia degli ultimi tre mesi e che rappresenta un indicatore di un corretto mantenimento dei livelli glicemici entro limiti accettabili. Tra le altre raccomandazioni troviamo la misurazione e il trattamento della pressione arteriosa e dell’ipercolesterolemia. Stanno nascendo in Italia, come all’estero,Centri di riabilitazione neuromotori per pazienti colpiti dalle complicanze spesso invalidanti del diabete. In questi Centri -precisa il dottor Riccardo Bosia, direttore al Pio albergo Trivulzio di Milano del Day hospital per diabetici, dove è coadiuvato dalla dottoressa Cristina Paggetta, specialista neurologa - oltre all’inquadramento diagnostico si applicano protocolli riabilitativi utili al miglioramento della sensibilità degli arti inferiori.

Questo Centro ha una competenza specifica sul paziente anziano e dedica molta attenzione all’aspetto educazionale, premessa indispensabile di ogni efficacia terapia.

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