Non ce ne siamo accorti, ma nell’arco di pochi anni si sono ritirati gli Orazi e Curiazi della politica italiana: prima si ritirarono i competitori di centro- sinistra Prodi, Veltroni e D’Alema, ripiegando nelle retrovie. Poi è toccato ai competitori di centro- destra Fini, Berlusconi e Bossi, che hanno abdicato.
Sono rimasti in campo solo i fiancheggiatori, anzi gli sfiancheggiatori: Di Pietro da una parte, Casini dall’altra, spine nel fianco. Altro che immobilità della leadership in Italia. Il bipolarismo è evacuato. Ma non è una svolta, semmai una voragine, si è aperto un pauroso vuoto.
Beffarda la caduta di Bossi, padre padrone e celodurista, ad opera di donne e bambini,cioè segretarie,badanti-megere, ragazzini e figli di papà.
Penosa la missione suicida di Fini, pronto a distruggersi pur di distruggere Berlusconi, passando da un partito grande a uno bonsai.
Misteriosa la sparizione tranquilla di Berlusconi, che sembrava impossibile e innaturale per una divinità egocentrica come Lui.
Discreto il ritorno di Prodi alla salumeria di origine, dove è stato non soppresso ma soppressato, non immortalato ma immortadellato.
Sciolto D’Alema nel suo stessoacido e poi riposto in freezer, variante tecnica e domestica della Siberia.
Stupefacente la trasformazione di Veltroni in virus che attacca gli organismi debilitati.
class="abody">Restano Casini, che è salito sui Monti per vedere il Colle e Tonino che accusa Monti di crimini contro l’umanità.Fuori spira un forte vendola, frignano i grilli e la destra si rifugia nella cavità storacica.
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