Dolce, Gabbana e il diritto di (auto)critica

StyleWeek di questa domenica è in edizione speciale. Sia per la copertina, che racconta i dieci anni della nazionale artisti Tv e del libro che l’amico Massimo M. (curiosi?) Veronese ha confezionato per celebrarli, ma soprattutto per le pagine interne, questa volta doverosamente dedicate alla settimana della moda donna che sta imperversando a Milano. Detto in senso buono naturalmente, perché al di là dei problemi di traffico e logistici che agitano le mie amiche della moda, l’evento è ovviamente di quelli che fanno Milano capitale del mondo. Il fashion, intatti, è molto meno leggero di quanto si vuol raccontare e il made in Italy, d’altronde, deve alla moda molta parte della sua fama.
E dunque, ecco le sfilate in tutta la loro (più o meno, ovvero chi più e chi meno) bellezza, ecco Vip e similVip girare affannati alla ricerca di un momento di gloria, perché è proprio questo che fa spettacolo. Ed ecco, ovviamente, gli stilisti, gente a volte non facile ma ai quali il nostro Paese deve molto, anche come immagine. Per questo - ovvero perché appunto non è sempre facile parlare di loro - colpisce, e in modo positivo, l’iniziativa di Dolce&Gabbana, due che di solito fanno fatica a digerire persino la critica alla cotoletta del loro ristorante, figuriamoci una smorfia a un plissè. D&G, che faranno sfilare la loro collezione principale alle 14 di oggi, consentiranno ai presenti in sala (grazie a una connessione Wi-fi, per i fortunati la password è «Women_W20102») e a chi seguirà la sfilata su Facebook e Twitter di commentare in diretta la collezione. E di più: i messaggi verranno trasmessi live sugli schermi posizionati lungo la passerella, così che tutti possano vedere se la sfilata piace.

Diciamolo subito: piacerà, perché Dolce&Gabbana sbagliano nulla in queste occasioni. Ma soprattutto se poi al tutto si aggiunge pure il diritto di (auto)critica, allora non c’è più dubbio: sarà un successo. Anche di stile.

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