Dompé: «Attenzione i farmaci vecchi possono fare male»

Presidente Dompé saltiamo i preamboli: è d’accordo con la delibera della regione Lazio sulla prescrizione dei farmaci vecchi come forma di risparmio?
«C’è da fare subito una premessa: è giusto che ogni regione pensi a come risparmiare. Ma si deve tener conto naturalmente degli interessi dei cittadini. La cosa ovviamente non deve accadere a discapito dei cittadini».
Quindi questa delibera, come molti già fanno notare, potrebbe essere dannosa e inefficace?
«Ovviamente dovremo aspettare di avere maggiori dettagli, trattandosi ancora di un provvedimento abbozzato. Però dalle prime indicazioni, direi proprio che si, potrebbe determinare problemi anche seri. Se questo provvedimento intende spostare le prescrizioni verso farmaci più economici senza tener conto del diritto del paziente a ricevere le migliori cure la questione ci preoccupa. Mentre se intende dare spazio alle cure innovative attraverso i risparmi che derivano dall’imminente scadenza di importanti brevetti l’intervento è condivisibile. Prima però di esprimere un giudizio sul provvedimento è necessario attendere un ulteriore documento applicativo che dovrà essere emanato dalla regione Lazio.
Ma l’Italia spende così tanto per i farmaci?
«Le dico solo che l’Italia è il Paese che spende meno, rispetto ai grandi Paesi europei. Tutti i dati dimostrano chiaramente come la spesa farmaceutica pubblica, in questi anni, non sia cresciuta, a differenza delle altre voci di spesa sanitaria che hanno registrato incrementi con punte fino al 40%. Tra il 2001 e il 2007 possiamo parlare di crescita zero, anzi addirittura negativa. Appare chiaro che limitare la sola spesa farmaceutica penalizza le imprese del farmaco».
E quindi anche la ricerca e il progresso scientifico?
«Si, potrebbe accadere».
Quali sono le patologie per cui sono usati per lo più i farmaci con i nuovi brevetti?
«Per tutte le patologie poiché la ricerca sui farmaci è in continua evoluzione nei vari ambiti di cura. Quindi si va da quelle più importanti, come tutte le patologie tumorali a quelle meno importanti».
Presidente Dompé ne ha parlato con Marrazzo di questa delibera? «Non io personalmente. Il vicepresidente di Farmindustria ha parlato nei giorni scorsi con l’assessore alla sanità, Augusto Battaglia. Sono sicuro che il positivo dialogo già avviato con la Regione porterà ad una definizione delle regole che non prescinderà dalla tutela della salute del paziente».
Ci sono altre regioni dove si è adottata una delibera di questo tipo o simili?
«Non proprio in questi termini, ma in alcuni casi anche più pesanti. Si, in alcune anche più gravi. Per esempio la regione Puglia che con la legge finanziaria regionale per il 2008 prevede misure per il contenimento della spesa farmaceutica non conformi alla normativa nazionale vigente. Il collegato alla legge finanziaria nazionale prevede che non si possano più adottare misure di prezzo di riferimento. Il rapporto con le regioni non è semplice: si tratta di tante realtà diverse, con orientamenti differenti e talora addirittura opposti, e non è facile portare avanti un discorso unitario.

Ma ci stiamo adoperando per costruire occasioni di incontro e di dialogo reale e concreto».
E intanto i medici di medicina generale, forse non molto contenti, chiedono regole chiare per tutti...
«Beh, lo capisco e sono coerente con la loro posizione. Si tratta ora di aspettare...».

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