Leconomia marchigiana protagonista e i suoi capitani dindustria. In nome di un rinnovato concetto di responsabilità dimpresa. «Un valore sul quale le Marche si sono dimostrate un laboratorio per lItalia, aiutate anche dal coraggio e dalle energie positive del loro tessuto produttivo - spiega l'editore Maria Elena Golfarelli, durante la presentazione del nuovo numero di Dossier, il periodico di economia politica e management diretto da Raffaele Costa, prossimamente in allegato con il Giornale -; coraggio, lungimiranza, ma anche innovazione e cambiamento sono i punti di forza di una cultura imprenditoriale che guarda al futuro». I volti degli uomini di successo delleconomia marchigiana, che hanno superato con successo il difficile biennio 2009 e 2010, saranno i protagonisti del nuovo Dossier. Una fotografia veritiera di un territorio rivelatosi il vero polmone produttivo del Centro Italia.
Le Marche raccontate direttamente dai suoi imprenditori più eccellenti, esempio di una delle più dinamiche e propositive aree industriali. «Questa regione rappresenta un modello di incredibile laboriosità, ingegno e dedizione verso lo sviluppo e linnovazione produttiva - aggiunge Golfarelli -; una realtà che merita di essere studiata e portata a esempio perché possa aiutare nella ripresa tutte le piccole e medie imprese». Il prossimo numero della rivista dedica la copertina a Francesco Casoli, presidente di Elica, un gruppo leader del mercato mondiale nel design delle cappe e dei motori elettrici. «La globalizzazione ha determinato un mondo senza frontiere - spiega Casoli - il mercato è ovunque e quindi più competitivo, occorre così raccogliere le sfide dove la globalizzazione le impone, con la ricerca e l'innovazione costante». Gian Mario Spacca, governatore della Regione, conferma le solide radici imprenditoriali del territorio. «Le caratteristiche strutturali del sistema produttivo - sostiene - hanno rappresentato una barriera protettiva contro la crisi». Un modello virtuoso che ha dei suoi punti fermi. Innovazione, ricerca e internazionalizzazione. Ma non solo. «Le Marche possiedono un importante patrimonio d'imprese - sottolinea Golfarelli - un patrimonio che mostra al mondo la forza di chi non abbassa la qualità delle sue produzioni, nemmeno dinanzi alle pressioni del mercato globale, supportandole con costante innovazione». Tra le voci che più illustrano lo stato di fatto delleconomia, dopo gli effetti della crisi, non mancano quelle che spingono al cambiamento. «Con la globalizzazione dei mercati anche il mondo industriale marchigiano registra un problema di competitività dovuta, in larga parte, alle carenze infrastrutturali - denuncia Paolo Andreani, presidente di Confindustria Marche -; quello dellinnovazione, in un settore così strategico, costituisce oramai una priorità irrinunciabile soprattutto per la salvaguardia delloccupazione e dei livelli produttivi».
Roberto Elisei, poi, direttore generale del gruppo Cesare Paciotti, spiega perché il comparto calzaturiero ha saputo reggere la crisi e sceglie Dossier per lanciare un importante appello: «Occorre manodopera giovane, i problemi del sistema produttivo sono legati allo scarso ricambio generazionale. Per questo le strategie della Paciotti sono orientate al continuo addestramento di nuova manodopera». Non solo.
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