Draghi insiste: per Bankitalia un nuovo modello regionale

da Roma

Una Banca d’Italia riorganizzata su base regionale, ma flessibile, con una differente tipologia delle filiali «secondo esigenze di specializzazione funzionale». Dopo due giorni di confronto - dapprima con i sindacati interni e ieri con i direttori delle filiali - emerge con maggiore chiarezza il «modello Draghi» per la nuova Bankitalia. Un modello che prevede una presenza meno capillare nel territorio: in ciascuna Regione sarà comunque assicurata una filiale «a piena operatività», eventualmente affiancata da altri uffici locali «a operatività differenziata». La presenza all’estero si ridurrà a due (New York e Tokio) o tre (Londra) uffici. Per quanto riguarda le altre capitali Draghi spera di poter inserire nelle ambasciate esperti finanziari della Banca. Inoltre, tutte le attività dell’Ufficio italiano cambi confluiranno nella banca, compresi antiriciclaggio, lotta all’usura, intermediari finanziari.
Per la prima volta, in Bankitalia si parla anche di «ammortizzatori sociali» a sostegno del processo di razionalizzazione della rete. Draghi e il direttore generale Fabrizio Saccomanni hanno incassato il «sì» dei direttori di Filiale, ma il negoziato coi sindacati appare ancora in salita.

Lunedì, fra governatore e sigle sindacali ci sono stati momenti di tensione. I sindacati non vedono con favore la chiusura di numerose filiali. Per la Sindirigenti, dovrebbero restare aperte almeno le circa 30 filiali dove si trova un ufficio autonomo della vigilanza.

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