Cronache

IL DRIBBLING IMPOSSIBILE

IL DRIBBLING IMPOSSIBILE

Fino alla scorsa settimana, solo una cosa era più difficile che scrivere di sport. Ed era scrivere di sport a Genova e in Liguria. Perchè da noi il derby è più derby, la passione più passione, il calore è più caldo.
Eppure, negli ultimi giorni, è saltata fuori una cosa più difficile dello scrivere di sport a Genova. Ed è scrivere di inchieste sulla frode sportiva. Perchè, in questi momenti, qualsiasi emozione diventa ancor più forte, qualsiasi sentimento covato per anni si amplifica, qualsiasi freno tirato si conquista il diritto di essere mollato. E basta dire una virgola di troppo che si è immediatamente crocifissi alle parole.
Vale da entrambe le parti. Per noi del Giornale, ad esempio, in questi ultimi giorni è iniziato il derby delle telefonate: i doriani ci telefonano e ci scrivono lamentandosi dell’eccessivo spazio dato al Genoa negli ultimi giorni; i genoani ci telefonano e ci scrivono lamentandosi dell’eccessivo interesse dato all’inchiesta su Preziosi e sulla loro squadra. A me in particolare viene dato alternativamente del blucerchiato e del rossoblù. Vi ringrazio, ma io una fede calcistica ce l’ho, mi dà già sufficienti dolori, è quella nella Roma, e mi basta. Quanto alle critiche, ai tifosi del Doria rispondiamo che si scrive di ciò che fa notizia (e, in questo momento, i cugini ne fanno fin troppa); a quelli del Genoa rispondiamo di scordarsi i complotti. Se abbiamo ipotizzato punizioni, anche durissime, per il Grifo, non è certo perchè gufiamo.
Sarebbe suicida anche economicamente: due squadre in A tirano più di una e convengono a tutti. Il problema vero è che la giustizia sportiva è molto meno garantista di quella penale ed inverte l’onere della prova. Tradotto dal giuridichese all’italiano significa che, mentre in Tribunale spetta ai pm dimostrare la fondatezza degli indizi d’accusa, davanti ai giudici sportivi è l’accusato a dover smontare gli indizi. Ed è inutile nascondersi che quelli raccolti in questi giorni sui rossoblù sembrerebbero abbastanza pesanti.
Detto questo, noi continuiamo - anche oggi - a dare spazio a tutte le lettere e agli interventi. Anche e soprattutto a quelli che non condividiamo. E’ la legge del Giornale. E restiamo in attesa dell’operato della giustizia. Con un solo punto fermo: non staremo mai con chi fomenta le piazze, con chi manda in giro sms con i numeri di telefono dei magistrati per insultarli e minacciarli, con chi lancia campagne sbagliate contro «quattro imprenditori genovesi» e con chi non trova di meglio che prendersela sempre con i giornali.
Fra le guardie e i ladri, scegliamo sempre le guardie.

Certo, a un patto: che siano guardie vere e la partita (non Genoa-Venezia, proprio quella della giustizia sportiva in generale) non sia truccata.

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