Sulla legge di Stabilità il governo italiano sta facendo melina con Bruxelles. Ieri sera Giorgio Napolitano aspettava la visita di Piercarlo Padoan per conoscere il testo. Ma l'incontro ufficiale è stato rinviato. Ci sarebbero stati, molto probabilmente, contatti informali.
La presentazione della manovra al Colle non è un atto puramente formale. La Commissione Ue potrà ricevere il testo solo dopo la firma del capo dello Stato. Ed il presidente della Repubblica vuole mettere la firma solo su un testo «chiuso»; mentre all'Economia non sarebbe ancora pronta la versione finale: da qui il «giallo» del mancato incontro. In tal caso, la firma, inizialmente attesa per questo fine settimana, slitterà alla prossima.
Ne consegue che la commissione Barroso avrà una manciata di giorni a disposizione (3 o 4) per formulare o meno le proprie osservazioni sulla manovra (secondo fonti Ue avrebbe l'intenzione di chiedere all'Italia una correzione del deficit strutturale per il 2015 dello 0,5% contro lo 0,1% previsto). La notte di Halloween entra in carica la commissione Juncker. Ed il governo non ha nessuna intenzione di scoprire le proprie carte.
Questa tattica sembra stia indisponendo i funzionari della Commissione, già sufficientemente perplessi sulla validità effettiva degli interventi per complessivi 36 miliardi di euro. Sembra abbiano messo nel mirino quegli oltre 3 miliardi di gettito aggiuntivo attesi dalla lotta all'evasione. Barroso, istigato dai funzionari, sarebbe tentato di inviare a Roma una lettera di raccomandazioni piuttosto critica contro la manovra. Ma non ha ancora deciso se farlo o meno.
La Commissione, poi, sta subendo pressioni anche dalla Grecia per mettere in mora i conti italiani e francesi. Un assaggio (il crollo dei mercati) è arrivato la settimana scorsa. Ed un portavoce della Commissione (uscente) ha spiegato che «entro il 30 novembre» Bruxelles deve adottare un'opinione sui bilanci nazionali.
Ma, se esistono criticità gravi, il parere può arrivare entro il 29 ottobre.
Sul fronte interno, le Regioni sul piede di guerra stanno applicando la logica della vendetta trasversale. La Conferenza delle Regioni ha bocciato il decreto «Sblocca Italia». In un documento spiegano che tale parere negativo rimarrà fin quando il governo non sbloccherà 560 milioni per le regioni a statuto ordinario e la definizione del Cipe del riparto del Fondo sanitario nazionale.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, avverte gli Enti locali che «se salta il Patto della Salute, è una responsabilità che le Regioni si devono assumere davanti ai cittadini».
Il governo, insomma, continua a fare la voce grossa sulla
legge di Stabilità.Ma Renato Brunetta, partendo dall'assunto che la manovra non ha le necessarie coperture, rileva che la pressione fiscale salirà di 1,5 punti, «fino a raggiungere e superare il massimo storico del 45%».
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