Due anni dopo il sisma, la bufala Pd sull’Aquila Ma abitanti e studenti non fuggono dalla città

I numeri del governatore abruzzese Chiodi sbugiardano la propaganda del Pd: "Come prima del sisma, 75mila cittadini e 23mila universitari. Non è vero che non c'è stata la ricostruzione. In 30mila oggi hanno una casa"

Due anni dopo il sisma, la bufala Pd sull’Aquila 
Ma abitanti e studenti non fuggono dalla città

Sono passati due anni e sembra ieri. Anche perché, a sfogliare certi quotidiani, restano le macerie della propaganda a corredare quei «reportage» dall’Aquila. Attraverso la lente deformante dell’antiberlusconismo vale tutto. E sull’Unità di ieri, per celebrare il secondo anniversario del sisma in Abruzzo faceva comodo mettere in bella vista il manifesto dell’orrore: «Ci avete tolto il futuro, non toglieteci con il processo breve anche la giustizia», con sopra le foto delle otto giovani vittime della Casa dello studente in quella notte maledetta del 6 aprile 2009. Il giornale della De Gregorio, dipinge il quadro di una città fantasma: «Solo i caschetti rossi e le strisce fosforescenti dei pompieri segnalano la presenza umana. L’Aquila si specchia nella sua rovina...». Ma coi paraocchi è difficile guardare oltre. Fa gioco riproporre il cliché morte&distruzione, come se nulla fosse cambiato in 730 giorni.

Peccato che la realtà dei fatti sia un’altra. Il governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, non ci sta e intervenendo nella «telefonata» con Maurizio Belpietro a Mattino5 mette le cose in chiaro: «Non è vero che la ricostruzione all’Aquila non è partita. Il primo anno è stato dedicato esclusivamente alla gestione dell’emergenza e alla costruzione dei nuovi alloggi». La fotografia in cifre del prima-e-dopo la tragedia deluderà i gufi: «Prima del terremoto L’Aquila aveva 75mila abitanti, oggi i residenti sono solamente 700 in meno». E ancora: «L’università aveva 25mila studenti, oggi ne ha 23mila; gli studenti delle scuole erano e sono 17mila», sottolinea Chiodi. Il centro storico dilaniato, coi campanili dimezzati? Il governatore spiega come ci si è rimboccati le maniche, pur nel labirinto di vincoli e burocrazia: «Si è intervenuti su più di 800 edifici da mettere in sicurezza. Poi è partita nel 2010 un’attività di progettazione incredibile da parte dei proprietari. Ora nel centro storico è necessario per legge elaborare piani di ristrutturazione da parte del Comune, stanno per partire i cantieri. Il termine per la presentazione dei progetti è il 30 giugno, pena la perdita dei contributi».

E siamo al capitolo sfollati, principale terreno di scontro. Chiodi mostra dati molto diversi da quelli elencati ieri alla Camera dal capogruppo del Pd Dario Franceschini, che ha parlato di «37mila sfollati, 17mila nelle casette, 19mila da parenti o amici, mille ancora nelle caserme o negli alberghi». Il presidente Pdl dell’Abruzzo ricorda i «14mila cittadini alloggiati grazie al progetto C.a.s.e., i 15mila sistemati in autonomia con l’aiuto dello Stato. Dal primo febbraio dello scorso anno a oggi - cioè da quando sono Commissario per la ricostruzione - sono rientrati nelle loro case; dopo i lavori di riparazione, sostenuti dal governo, oltre 20mila aquilani che hanno completato gli interventi sulle abitazioni classificate “B” o “C”».
I lamenti dei disfattisti hanno per leit motiv la questione dei fondi bloccati. Ritornello smontato da Chiodi: «Nella fase dell’emergenza e per la costruzione degli alloggi sono stati spesi 2 miliardi di euro. Da che sono commissario ho ricevuto 3,2 miliardi, di cui circa 1,5 miliardi sono già stati investiti e altri 1,7 sono in cassaforte. Per il 2011 è prevista dal Cipe anche un’ulteriore tranche di 1,5 miliardi. L’ultimo dei problemi è quello dei soldi, la questione vera è la capacità di spenderli».

Eppure il sindaco del Pd Massimo Cialente, specialista in tira e molla, dapprima dimissionario e autoreintegratosi con ripensamento mediatico nel giro di 20 giorni, s’impunta sul «miliardo fermo col decreto Milleproroghe: è destinato alla ripresa del tessuto socio-economico dell’intero Abruzzo. Ne ho parlato con il sottosegretario Letta e mi ha assicurato che ne riparleremo». Cialente riferisce di essersi confrontato di recente anche con Berlusconi. «Il premier mi ha assicurato che manterrà tutte le promesse».

Ma in tema di numeri, pure il primo cittadino pd ha i suoi da sciorinare: «Altro che Giappone, in appena 65 giorni abbiamo ridato le scuole a 17.800 studenti, ristrutturandone oltre 40 danneggiate e costruendone di nuove. È un miracolo di tutta l’Italia». Chissà se i colleghi di partito gradiranno lo spot per nulla in stile «democratico». Troppo conciliante.

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