A due settimane dallelezione di Marta Vincenzi a sindaco di Genova, è già possibile fare un primo bilancio dellinizio del mandato della fu Supermarta. E dico subito che non è un giudizio del tutto negativo. Anzi.
Come è nostro costume e come deve essere se si ha un minimo di onestà intellettuale, occorre riconoscere anche i meriti di coloro di cui, magari, non si condividono tutte le idee. O se ne condividono poche. Siamo allabc del giornalismo e della credibilità. Dipingere mostri pericolosi, sollevare polveroni su questioni di secondo piano e soprattutto essere garantisti nei confronti dei propri amici e non dei propri avversari non fa parte del nostro Dna. E, soprattutto, è agli antipodi del pensiero liberale e moderato. É qualcosa che lasciamo volentieri alla sinistra.
Ogni tanto, qualcuno, ci rimprovera di essere fin troppo onesti nei confronti degli avversari. Io credo che sia un complimento, non unoffesa. Lo sarebbe per un politico, figuriamoci per una squadra di giornalisti.
Quindi, ecco due settimane di sindaco (maschile o femminile che dir si voglia) secondo noi. Partendo dalle bocciature. Che credo siano sostanzialmente due. Gravi, da sottolineatura blu. Da un lato, ladesione allappello sugli aborti al Galliera. Comunque la si pensi sulla 194 e persino al di là del valore giuridico dellappello femminista, Marta ha fatto male a mettere la firma su un documento di parte, che offende la sensibilità di molti cittadini, che lei comunque rappresenta. La (il) sindaco di tutti è e deve essere anche il (la) sindaco di chi crede che laborto sia sempre e comunque un omicidio. Anche se con tutti i bollini della legge e le ragioni giuridiche che lo autorizzano.
Laltro errore, sempre a mio parere ovviamente, è la giunta. Troppo ricca di vecchia stagione per essere davvero discontinua: quattro segretari di partito sono eccessivi persino in un vertice di maggioranza, figuriamoci in un governo cittadino; Renzo Piano e Carlo Freccero - comunque la si pensi su architettura e televisione - sono comunque due autorità in materia. Il problema è capire ora se sono pennacchi su una struttura troppo esile o se davvero potranno avere un ruolo reale. Lex direttore di Raidue ha già fatto dichiarazioni molto interessanti sulla possibilità di rendere più vitale la cultura a Genova, passando dalla diciottesima mostra sul secolo dei genovesi, a una struttura più viva, fatta anche di notti bianche e di apertura al mondo. Un conto, però, è parlare, un altro fare. Noi stiamo in attesa. Pronti a giudicare sui fatti; laicamente, come sempre.
E le note positive? Sicuramente la prima ordinanza firmata dallex Supermarta, sul recupero degli spazi portuali che ha permesso di sbloccare i Tir in coda la scorsa settimana. Magari una piccola cosa, ma è anche con queste piccole cose che si governa.
E poi, soprattutto, dopo lo scivolone sullaborto, il rapporto con la Curia. La partecipazione di Marta allincontro con il mondo del lavoro alla Guardia le fa assolutamente onore, anche perchè arriva dopo anni in cui il Comune latitava. Così come le fanno onore le sue parole di solidarietà a monsignor Bagnasco che suonano ancor più forti visto che arrivano da una maggioranza - spesso Margherita compresa - che si è fatta notare per i suoi assordanti silenzi in materia. O, addirittura, per la mancata solidarietà, motivata nelle maniere più stravaganti, di esponenti di Rifondazione, dei Comunisti italiani, dei Verdi e dei Ds.
Supermarta (solo nelloccasione tornata Super) è stata invece decisa: «É intollerabile che nella nostra città possano verificarsi atti intimidatori verso una persona che interpreta la propria missione al servizio della cittadinanza e della Chiesa». Senza dimenticare un elogio personale che è un po la fotografia del nostro caro Angelo, firmato dopo il primo faccia a faccia: «Con lui sarei rimasta ore a parlare.
Prima di Marta, dallufficio del sindaco, solitamente prolifico di dichiarazioni ufficiali, faticava ad uscire un comunicato di solidarietà a Bagnasco su carta intestata dal Comune. La nuova stagione.
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