A questa domanda deve gioco forza seguire l'altra, cioè se è altrettanto difficile essere figli. Penso che in entrambi i casi non ci possano essere risposte esaurienti: non si nasce genitori, ma lo si impara attraverso l'esperienza di madre e padre. La vera difficoltà può venire dal fatto di voler essere genitori perfetti e, come proiezione, di avere figli perfetti. Se invece accettiamo il limite e le difficoltà che l'età evolutiva ha in sé come seme di crescita, allora sapremo guardare i nostri figli con occhi diversi e accettare che l'età evolutiva sia già di per sé un'età incompleta e difficile.
Molto spesso noi adulti dimentichiamo che la crescita comporta mutamenti repentini che investono tutta la personalità in fieri. Ogni bimbo prima e adolescente poi deve costruire gradualmente la propria identità, attraverso percorsi diversi che impegnano la sfera emotivo-affettiva, che deve trovare riscontri in una comunicazione e in un ascolto attivo da parte dei genitori. Con questa garanzia il ragazzo costruisce adagio adagio la fiducia in se stesso, l'autonomia, il distacco dall'egocentrismo, dalla dipendenza degli oggetti primari, dal narcisismo e impara, proprio attraverso la stima che ha potuto costruire attraverso l'amore dei genitori, ad accettare anche le frustrazioni che la realtà necessariamente comporta.
Il vero amore è basato sul rispetto della persona e sulla responsabilità che esso implica; quindi è scevro da ogni eccessivo rigore, ma anche da ogni lassismo. Occorre quindi porsi in ascolto dei reali bisogni del ragazzo. Per esempio nell'adolescente è molto importare la valorizzazione del fisico; scatta in questa età la necessità di piacere per cui non importa tanto la resa scolastica, poiché l'importante è che egli si senta accettato e amato dall'altro sesso. In questa fase il narcisismo occupa un ruolo importante e occorre che l'adulto faccia attenzione a non competere fisicamente con i figli. I complessi fisici sono causa di mutamenti d'umore, di incoerenza, di timidezza e di chiusure immotivate. E' necessario che non si sottovaluti questa necessità poiché, se egli non impara ad amare il proprio corpo, potrà in seguito trovare delle difficoltà di interazione. Se un ragazzo si trova bene nei propri panni, anche gli apprendimenti cognitivi troveranno un terreno fertile per mettere a frutto le proprie risorse interiori e il proprio potenziale.
Non sempre però è facile capire le effettive necessità dei piccoli e degli adolescenti. La scrittura, assieme ad altri test carta e matita, può dare un notevole aiuto al genitore. Qui sotto mostriamo alcuni esempi di grafia con difficoltà di crescita. La grafia è un test di personalità e come tale segue con fedeltà il cammino del ragazzo facendo emergere segni che possono indicare il disagio che il ragazzo prova nell'inserirsi nel mondo in modo armonico. Se il genitore avrà teso uno giusta mano al ragazzo, egli potrà andare verso la vita con entusiasmo e serenità. Spesso si pensa a tante cose materiali, tranne a capire che è l'anima che soffre.
Primo esempio I ritocchi, le cancellature, le saldature, il gesto insicuro, l'eccessiva larghezza tra parole indicano che il ragazzo ha difficoltà di concentrazione per il timore di non essere all’altezza dei compiti a lui affidati.
Secondo esempio Le lettere addossate le une all'altre, lo spazio ridotto tra una riga e l'altra, la poca chiarezza delle lettere e l'eccessiva rotondità indicano disagio nell'affrontare la realtà e ciò provoca ansia.
Terzo esempio Il nervosismo che risulta da tutto il gramma scritturale e la pressione forte sul foglio sono indice di aggressività, ossia il ragazzo sta provando della
tensione interiore che lo porta ad avere delle reazioni all'esterno. Si tratta di segnali che allarmano i genitori che si preoccupano perché la scuola non va bene, l'umore non è più stabile ed egli reagisce male alle cose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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