E i conti mettono a rischio la licenza di volo

da Milano

Una lotta contro il tempo, e una difesa in arrocco contro le norme europee. La liquidità di Alitalia è in area d’allarme, ed è sotto osservazione da parte delle autorità: da due anni ormai la società appartiene alla «lista nera» della Consob, che la impegna a un resoconto mensile della sua posizione finanziaria netta. L’ultima «cassa» comunicata, relativa al 31 gennaio, era di 282 milioni (meno 23% su dicembre); incrociando i costi operativi (che si possono evincere dalla semestrale al 30 giugno 2007, ultimo dato pubblico) di circa 6,5 milioni al giorno, se ne ricava che Alitalia ha una sopravvivenza assicurata - oltre ai flussi di cassa - che non va oltre i 45 giorni.
Troppo poco, rispetto a quanto richiesto dalle norme europee che richiedono per il rilascio e il mantenimento della licenza 12 mesi di «garanzia finanziaria», e cioè di una consistenza economica che comprende non solo le disponibilità, ma anche i piani industriali e le previsioni di business. In altre parole, non si tratta di numeri tassativi, ma discrezionali.
Sotto questa «soglia di conformità» di un anno - spiega Salvatore Sciacchitano, vicedirettore dell’Enac - la legge Ue impone che la compagnia passi «sotto osservazione» dell’ente nazionale (l’Enac in Italia), il quale «ha facoltà non di bloccarla, ma di sospendere la licenza e di rilasciare, contestualmente, una licenza provvisoria con tutti i titoli di quella definitiva, della durata di 12 mesi: periodo entro il quale la compagnia ha l’obbligo di ristrutturarsi sotto il profilo finanziario e di riorganizzarsi sotto quello industriale».
Perché l’Enac finora non è intervenuto su Alitalia? «Perché le condizioni di cassa - spiega Sciacchitano - non sono l’unico elemento di giudizio: lo sono anche gli impegni operativi». In altre parole, il piano industriale varato a settembre da Maurizio Prato, con i risparmi derivanti dal taglio drastico di rotte, dal 1º aprile promette di migliorare i flussi di cassa, e l’emergenza non è considerata tassativa. Fatto opinabile, naturalmente. Infatti, tutti gli esperti del settore indicano come una necessità impellente l’erogazione di un prestito ponte che dia fiato alla compagnia; richiesta formulata anche da Air France, che la pone tra le condizioni per chiudere il contratto.
Il monitoraggio dell’Enac si avvale di tre fornitori del massimo rilievo, da cui interpreta lo stato delle compagnie: Eurocontrol (l’organismo europeo che fattura i servizi di assistenza al volo ai vettori), i gestori aeroportuali e gli handlers, le società dei servizi di terra.

A parte questi ultimi, che fanno parte prevalentemente dello stesso gruppo Alitalia, all’Enac risulta che questa non sia debitrice né verso gli aeroporti né verso Eurocontrol.
La situazione di cassa è stata analizzata di recente dall’Enac con i vertici di Alitalia; tra le «rassicurazioni» portate dalla compagnia, anche la cessione dei terreni di Fiumicino, considerata imminente.

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