Delle due luna: o il nostro direttore paga la trovata, oppure i tedeschi fanno paura agli editori. Insomma, titolone e lettori indignados non servono se appaiono sul Giornale. Parole al vento, concetti in cavalleria. Ma se fosse stata qualche altra testata ad attaccare i tedeschi in prima pagina, cosa sarebbe successo? No, perché, tranne il Fatto (classico veleno) sui quotidiani si sono dimenticati di noi. Corriere, Repubblica, Messaggero, Stampa: neanche un trafiletto sulle querelle. Anche sul web, termometro dellopinione generale, è come se si stesse facendo finta di niente. Trattano lincidente diplomatico con (sospetta) sufficienza senza citare mai il quotidiano di via Negri. Si parla ovunque di Der Spiegel, di Schettino, di antropologia da mondo di Quark, dellultimo Italia-Germania. E di Repubblica, ma mai del Giornale. Il cui titolo di apertura di venerdì (ripreso nellocchiello di ieri) sarà stato probabilmente sbianchettato nottetempo.
Ma in questo ostracismo a tavolino cè comunque del buono: poca roba, meglio di niente. A partire dallilluminata disamina di Moni Ovadia che sulla (poco amichevole) tribuna dellUnità quasi ci incita ad andare avanti contro la Merkel. «Il signor Fleischauer lha fatta fuori dal vaso - scrive il poliedrico maestro - e, a mio parere, la cosa da fare nei suoi confronti è quella di sbeffeggiarlo e di esporlo al ridicolo come merita. Invece al direttore del Giornale, il battagliero Alessandro Sallusti, non è sembrato vero di poter cogliere al balzo loccasione per scatenare contro il pericolo teutonico la terza guerra mondiale del giornalismo spazzatura». Arriva la carota: «Oltretutto - prosegue - la coincidenza della querelle con il ricorrere del Giorno della Memoria gli ha fornito un assist formidabile per scatenarsi contro il Reich della neonazista dalle terga poderose Angela Merkel a cui mancano solo i baffetti per essere il sosia di Hitler che invece di sterminarci nei lager vuole farlo con leuro». Quello che da tempo andiamo dicendo.
Ma cè anche la disamina del sito «Giornalettismo» che, senza naturalmente citarci, prende a pallate Libero e Repubblica che avrebbero frainteso («Una bufala») quellarticolo di der Spiegel perché sprovvisti di idoneo traduttore. «Oggettivamente il giornalista di Der Spiegel utilizza odiosi stereotipi - si legge nel sito - per commentare una tragedia. In realtà Jan Fleischhauer voleva solo criticare limpostazione culturale delleuro, moneta nata su una forzatura culturale. Gli eurocrati che lhanno progettato si sono dimenticati delle differenze tra i popoli che lavrebbero adottata». Il paradosso iniziale, riconosciuto come scorretto dallo stesso autore, su Schettino sarebbe servito solo a evidenziare quanto i pregiudizi siano diffusi. «Nelle parti successive del testo - conclude la disamina - vengono elencati stereotipi tedeschi, francesi o inglesi. Repubblica però prende la parte polemica dellarticolo, che si può anche criticare come eccessiva, costruendoci sopra una polemica basata sul nulla».
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