Chi ha il dito sul bottone nucleare pachistano? Al momento sono ancora il generale-presidente Musharraf e i suoi fedeli, da lui designati in tutte le posizioni chiave, a partire da quella di capo di Stato Maggiore dell'esercito, ruolo ricoperto dal generale Pervez Ashfaq Kiyani, ex capo dei servizi segreti militari e in buoni rapporti con l'Occidente.
A differenza di quanto avviene in India, il controllo delle armi strategiche, testate nucleari e relativi vettori missilistici è saldamente nelle mani dei militari, perché Musharraf combina il massimo potere politico e quello militare (in Pakistan è più importante il capo di Stato Maggiore dell'esercito rispetto al capo di Stato Maggiore della Difesa). Rispondendo alle preoccupazioni statunitensi, Musharraf ha creato una struttura sicura e affidabile per la sorveglianza e l'impiego delle armi nucleari. Si tratta della Divisione piani strategici, alla cui guida c'è il tenente generale Khalid Kidway, uomo del presidente, che intrattiene relazioni cordiali con i militari statunitensi. Qualunque elemento sospettato di simpatie per i movimenti radicali islamici è tenuto lontano dalla Divisione. La sicurezza fisica dell'intera struttura nucleare è stata potenziata e si articola su più livelli.
L'arsenale nucleare pachistano consiste esclusivamente di missili balistici, i cui depositi si trovano in prossimità del confine con l'India. Le testate sono tenute separate dai missili e parzialmente disassemblate. Anche tutti i siti del complesso industriale nucleare sono pesantemente difesi.
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