Assessorato alle Famiglie (non alla famiglia) e patrocinio per il Gay Pride di Milano del 25 giugno. Ecco le prime decisioni del sindaco Pisapia. Per chi crede che il caso significhi qualcosa, il giorno successivo le medesime strade ospiteranno i fedeli in festa per la beatificazione di una suora, un sacerdote, un missionario. Uno strano weekend: sabato si celebra lorgoglio omo, domenica tre beati. È il mix della Milano di Giuliano Pisapia, cattolica e radicale.
Il regolamento parla chiaro: «Il patrocinio esprime unadesione simbolica e un giudizio di apprezzamento del Comune di Milano a iniziative ritenute meritevoli per le loro finalità culturali, sociali, artistiche e scientifiche». Né Gabriele Albertini né Letizia Moratti avevano ritenuto il Gay Pride uniniziativa a cui dare «unadesione simbolica».
Pisapia spiega il patrocinio tirando in ballo il Gay Pride nella Capitale: «Dopo il grande successo della manifestazione di Roma, nei confronti della quale lo stesso sindaco Gianni Alemanno ha avuto parole di apprezzamento, anche Milano ha ritenuto opportuno patrocinare il Gay Pride». Un altro mix confuso. La legittimità non è in discussione, lapprezzamento è una questione di gusti. Ma il patrocinio pubblico che centrerà mai?
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