La casa è la medicina amara della ricetta Monti. Tutto previsto, pure peggio: dal 2012 Imu (l’ex Ici)anticipata sulla prima abitazione con un sistema di moltiplicatori delle rendite che di fatto innalzano l’imposta del 60 per cento. Una bozza piena di lacrime e mazzate. Nelle casse dello Stato arriveranno 11-12 miliardi di euro, nessuno dei quali ai Comuni. I sindaci già protestano. Una tassa «sperimentale», l’Imu, fino al 2014. Poi, nel 2015, la stangata dovrebbe andare «a pieno regime». Vedremo se ciò avverrà. Ma i malumori dei tanti (praticamente tutti), che hanno un tetto, non finiscono qui.
Partiamo dall’Imu,imposta municipale unica. Per la prima casa ci sarà un «trattamento di favore», ha spiegato il viceministro dell’economia Vittorio Grilli per indorare la pillola. In realtà, torna l’Ici. La base sarà dello 0,75-0,76% sulla rendita catastale ma scenderà allo 0,4 per l’abitazione principale o affittata. Ma il direttore generale del Tesoro ha precisato che si tratta di «cifre indicative»lasciando un alone di incertezza. È prevista una detrazione, ovvero una franchigia, sui primi 200 euro di imposta pagati sulla prima casa. I Comuni, inoltre, hanno la facoltà di imporre un’addizionale dello 0,3% (0,2% per abitazioni principali e immobili in affitto). Forse alzeranno il prelievo, forse no, ma è difficile che rinuncino del tutto considerato che dalla manovra subiscono 1,4 miliardi di tagli e che l’Imu sarà interamente riversata allo Stato perdendo la sua originaria connotazione federalista. È circolata anche l’ipotesi di una rimodulazione crescente dell’aliquota in base agli immobili posseduti e al loro classamento, ma si è sicuramente soprasseduto sulla progressività dell’imposta,ossia sulla possibilità di aumentarla in base al reddito dichiarato.
Una vera sorpresa nel pacchetto anti- crisi sono gli estimi catastali. Saranno rivisti «verso l’alto per avvicinarsi al valore di mercato con un aumento intorno al 60%», ha spiegato Grilli. «La base imponibile dell’imposta municipale propria è costituita dal valore dell’immobile », si legge nella bozza, valore che sarà calcolato «applicando all’ammontare delle rendite risultanti in catasto, vigenti al primo gennaio dell’anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento ». Gli introiti annui aggiuntivi, in base all’aggiornamento, varierebbero tra uno e due miliardi. Insomma, un intervento a tenaglia che influirà anche su altri aspetti della vita di ogni giorno: aumenteranno infatti anche le imposte ipotecarie, catastali e sui trasferimenti. L’ultima revisione,pari al 5%,risale al 1997 ed era applicata ai valori immobiliari del 1989.
La prima casa torna, dunque, a pagare l’Ici,nella versione federalista, l’Imu. Ma lo 0,4% è un valore inferiore a quello del taglio del governo Prodi, ma maggiore dello zero a cui l’aveva portato Berlusconi nel 2008. Certo, esistono case classificate come popolari che in realtà sono signorili. Ma ora tutti dovranno pagare. Molto, molto di più. Senza contare che il mercato immobiliare soffrirà una battuta d’arresto a causa della stangata.
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