La scuola di design danese, come noto, in quest'ultimo mezzo secolo, ha avuto una forte influenza sulle tendenze riguardanti la moda, l'accessorio e l'arredo, sulla base di un'elaborata e moderna essenzialità. Logico, dunque, come Lau Liengård Ruge e Christian Mikkelsen, fin dal 2007, abbiano voluto incontrare, nel loro processo creativo di un prodotto orologiero la filosofia buddista Zen, nello specifico quella afferente alla scuola Obaku, una delle tre, ancora oggi esistenti in Giappone, fondata, nel 1661. I due designer affermano che «l'importante è creare un design che superi la prova del tempo». In sostanza, il punto d'incontro sta nella parola «semplicità», di pensiero da un lato, nel segno di una filosofia esistenziale tesa a liberare la vita dai dettagli insignificanti all'interno di un universo dominato dalla calma e dall'equilibrio, di design dall'altro, unitamente all'armonia delle proporzioni intesa come un'arte sottile e ricercata. Una simbiosi che trova il suo unicum nel logo di Obaku, un cerchio stilizzato sulla scia dell'«ens», simbolo del momento in cui la mente è libera di lasciare che l'insieme corpo - spirito sia creativo: secondo il dettato Zen, nel disegnarlo in un unico gesto, l'artista e la sua indole sono pienamente rivelati. Ecco, allora, tornando al brand orologiero ed al suo concept, come il significato minimal e funzionale di Obaku (nella foto) si esprima al massimo nella velocità esecutiva dei tratti costitutivi della struttura e della grafica dei quadranti. Elemento, particolarmente evidente nella collezione Lady, dove la dissimulata assenza di anse rende protagonista la circolarità della cassa (oscilla dai 20 mm fino ai 32 mm di diametro, passando per i 26 e i 28 mm, in acciaio IP su diverse cromie, dal marrone all'oro rosa e giallo), con quadranti alternati in madreperla con indici in cristalli, oppure con rehaut allungato e bombato inciso da indici a filo a definire una raggiera: delicati i cinturini in pelle, o i bracciali a maglia milanese o con maglie ad H ad accogliere inserti IP blu.
Per la linea Gent, quadranti mat, spazzolati o incisi verticalmente, distribuiti tra solotempo, day-date analogici (in foto), cronografi e dual time, sono incorniciati da casse in acciaio, in acciaio IP grigio/oro rosa o giallo, e titanio, straordinariamente classiche (anche con anse a filo o monoblocco), con cinturini in pelle o bracciali tradizionali o a maglia milanese. I movimenti sono al quarzo.FRin
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