Roma-Milano solo andata. Dopo il caso Acea, anche in A2a, l'utility della Lombardia, va in scena il ribaltone e si insedia un nuovo cda politico targato Pd. E non senza polemiche, visto che il presidente uscente Graziano Tarantini si è tolto più di un sassolino in assemblea e il nuovo cda dovrà preoccuparsi, in primis, di sbrigare una grossa grana legale: le cause che gli ex membri del board lasciati a casa con un anno d'anticipo, ben 11, hanno già pronte nel cassetto. Succede quando a gestire società quotate sono gli enti locali, in questo caso il Comune di Milano e quello di Brescia. E questa volta pare che non basterà fare appello alla «giusta causa». Nemmeno per mandare in soffitta il poco amato sistema duale. «Ho consultato i tre principali studi legali di Milano - ha detto il presidente uscente Graziano Tarantini - e tutti e tre mi hanno riferito che il cambio di governance non rappresenta giusta causa per interrompere anzitempo la carica di consigliere». I tanti auspicati risparmi ostentati con il ritorno alla governance tradizionale dovranno dunque essere ricalcolati al netto della «mina legale». Questione che spetterà ai nuovi membri del board guidato dall'ad Luca Camerano e nel quale c'è la new entry dei fondi. Gli investitori istituzionali portano a casa, infatti, due consiglieri di minoranza, mentre la Tassara e i soci bresciani devono accontentarsi di un posto. Rispetto al 70,1% del capitale votante, la lista presentata dai due comuni (55% del capitale) ha preso il 79,34% dei voti, la lista dei fondi l'11,9%, quella di Tassara l'8,4%.
Per i Comuni azionisti è stata comunque una giornata difficile e non sono mancate le scintille. In particolare tra Tarantini e il Comune di Milano, con il primo che ha precisato «di essere stato delegittimato dalla decisione di anticipare di un anno il cambio di governance ma che, nonostante questo, rinuncerà all'emolumento che gli spetterebbe (850mila euro)». Il manager ha poi stigmatizzato la decisione di dimissionare gli attuali vertici della multiutility, mentre è in corso il piano triennale. «Il cambio di governance societario è stato anticipato di un anno e per di più è stato annunciato anzitempo senza alcuna precauzione, spingendo gli amministratori a lavorare senza legittimazione, proprio ora che iniziava un periodo virtuoso», ha detto Tarantini lamentando mancanza di rispetto nei suoi confronti. Tornando alle nomine, Giovanni Valotti sarà, dunque, presidente, Giovanni Comboni vicepresidente, Luca Camerano ad. Gli altri consiglieri in quota ai comuni sono: Stefano Cao, Elisabetta Ceretti, Michaela Castelli, Fausto Di Mezza, Stefano Pareglio e Antonio Bonomo.
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