Affittare conviene sempre meno: più della metà del canone svanisce tra tasse e spese

L'affitto è una trappola: si può arrivare a perdere fino al 66% del canone

Affittare conviene sempre meno: più della metà del canone svanisce tra tasse e spese

Mattone mio quanto mi costi. Le tasse sulla casa alle stelle e gli affitti che continuano a diminuire. Dare in locazione gli immobili è sempre meno conveniente e tra le città italiane sembra quasi esserci una gara a chi spreme di più i proprietari di casa.

Come rivela una ricerca del Sole 24Ore, i più tartassati sono i proprietari di Lecco, dove per la cedolare secca se ne va il 47% del canone incassato, tra tasse e spese di manutenzione. Per la tassazione ordinaria, chi ha un'aliquota Irpef medio-alta, vede svanire il 66% dell'affitto. Seguono a ruota altre città del centro-nord come Padova, Viterbo, Torino, Pordenone e Verona, tutte con percentuali superiori rispettivamente al 45% e al 64%.

In fondo alla classifica Messina, con il 37% per chi sceglie la cedolare secca e il 55% per chi invece è sottoposto a un regime di tassazione ordinaria. Con valori poco più alti si classificano Pistoia, Lucca, Rimini, Sassari e Palermo. La lista è ottenuta calcolando conteggiando le aliquote Imu e Tasi per il 2014, le imposte sui redditi (con Irpef ipotizzata al 38%, più addizionali e tassa di registro) e le spese a carico del proprietario, stimate nel 10% del canone.

Per un canone di 13mila euro, un proprietario di casa milanese, ad esempio, ne incassa effettivamente appena 8mila se ha la cedolare secca e solo 5.500 con il regime di tassazione ordinaria. "Le variabili che influenzano il risultato sono tre – spiega il direttore generale di Nomisma Luca Dondi - La prima è la redditività lorda della locazione, poi pesa il valore catastale di partenza e, per ultima, l’aliquota Imu definita a livello locale. Va detto, però, che le aliquote non compensano le sperequazioni della base imponibile." È quindi più conveniente avere valori catastali bassi che non aliquote contenute.

E, come non bastasse, il Sole spiega che non si possono nemmeno escludere aumenti sulle imposte. La Legge di Stabilità per il 2015 conferma i tetti massimi per le aliquote Imu e Tasi, ma a sentire il Centro di assistenza fiscale delle Acli nell'80% dei capoluoghi questo tetto, nel 2014, non era ancora stato raggiunto per le case locate. Per quest'anno, quindi, potrebbero esserci sorprese poco gradite.

C'è infine il rischio morosità, che da Confedelizia segnalano in continuo aumento.

Inevitabili conseguenze, il calo dei prezzi e la stagnazione del mercato: nonostante la debole (+4%) crescita dei rogiti nel 2014, per l'anno prossimo le previsioni sui prezzi sono ancora in calo del 2,5%.

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