I grandi investitori, sia italiani sia stranieri, stanno dando fiducia alle piccole e medie imprese del made in Italy. E complice l'effetto dei «Pir», i «Piani individuali di risparmio» che per statuto devono guardare fuori dalle Blu chip, aumentano il controvalore della loro scommessa finanziaria sulle «piccole» di Piazza Affari. Non solo l'Aim ha «prodotto» nel 2017 un fatturato aggregato di circa 4 miliardi, l'11% i più dell'anno prima e le sie società Aim Italia impiegano oltre 18.000 risorse.
Vediamo i numeri. Il 79% delle società quotate all'Aim Italia - appunto creato dalla società mercato guidata da Raffaele Jerusalmi per le pmi ad alto potenziale - annovera tra i propri azionisti un investitore istituzionale e il 72% almeno due. Il dato è emerso nella ricerca dell'Osservatorio Aim di Ir Top. Nei libri soci sono presenti in tutto 91 istituzionali, di cui 23 italiani (25%) e 68 esteri (75%), di questi ultimi il 14% viene dal Regno Unito, il 13% dalla Svizzera, il 12% dalla Spagna, il 10% dagli Usa e l'8% dalla Francia.
Interessante il trend, perché rispetto ai dati dell'Osservatorio Aim Italia di luglio 2017, sono in aumento sia il numero degli investitori (+52%) sia il peso degli esteri (era il 62%). L'investimento complessivo sale così a 600 milioni ed è più che raddoppiato rispetto a 292 milioni del luglio scorso. Il dato corrisponde al 9% della capitalizzazione del mercato. È in mano agli stranieri un controvalore complessivo di 297 milioni (49% del totale), contro i 302 milioni degli italiani (51%).
«Anche grazie ai Pir l'investimento su Aim risulta più che raddoppiato» rispetto allo scorso luglio. «Raggiunge quota 600 milioni e vede attivi 91 investitori, di cui il 75% stranieri», ha detto Anna Lambiase, ad di Ir Top Consulting, durante il convegno organizzato da Borsa .
Dalla ricerca emergono alcune indicazioni strategiche: il 65% degli investitori guarda alla crescita storica e attesa come elemento principale da ricercare in una società quotata. Per la metà degli investitori il livello di flottante rappresenta inoltre un parametro molto rilevante. Inoltre tra i principali elementi di miglioramento evidenziati, il 72% del campione indica lo sviluppo della ricerca sui titoli. Più nel dettaglio la singola partecipazione detenuta è pari a 0,92 milioni (0,32 milioni la mediana).
Il 19% delle quote è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 31-60 milioni di euro, il 28% in società con capitalizzazione compresa tra 61-100 milioni, il 21% in società con capitalizzazione compresa tra 101-150 milioni di euro.Confrontando gli investitori istituzionali presenti su Aim Italia con le società di investimento che hanno emesso Pir riportati da Assogestioni (al 31 dicembre 2017), emerge che il 68% dei Pir è focalizzato sull'Aim.
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