Per Giorgio Armani l'azienda con il suo brand non si vende. «Mi hanno avvicinato in molti, ma la risposta è sempre stata la stessa», ha detto lo stilista, «ho sempre ritenuto che l'indipendenza economica fosse il valore fondamentale per lavorare in piena libertà senza condizionamenti». Una buona notizia. Soprattutto di questi tempi, dopo che un altro grande marchio italiano come Versace è passato nelle mani americane di Michael Kors per 2 miliardi di dollari. Operazione che ha commentato lo stesso Armani, senza però vederla negativamente: «In questi marchi ciò che è italiano è lo spirito: se si riesce a mantenerlo intatto, ben vengano gruppi internazionali».
Tuttavia questo segno dei tempi non vale per Re Giorgio: «Sono un sostenitore dell'indipendenza, ma quel che va bene per me non può essere una legge universale». Lo stilista è anche fiducioso nel futuro della moda italiana, dicendosi convinto «che la carta dei piccoli e indipendenti potrebbe essere vincente, perché assicura adattabilità e flessibilità».
Non sorprende che la moda tricolore desti un certo interesse oltre i confini: basti pensare che l'intero settore ha fatturato 83 miliardi di euro
nel 2017 ed è previsto in crescita negli anni a venire. Nel 2017 il gruppo Armani ha visto un calo di ricavi e margini, preservando però profitti per circa 242 milioni di euro e un fatturato complessivo di 2,33 miliardi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.