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In arrivo le bollette della Tari: incassi per 8 miliardi

Lo studio di Federconsumatori: in quattro anni lo smaltimento dei rifiuti è cresciuto il triplo dell'inflazione

In arrivo le bollette della Tari: incassi per 8 miliardi

Nelle case degli italiani stanno arrivando i bollettini della Tari, la tassa sui rifiuti. L'esborso complessivo sarà pari a 8 miliardi di euro, secondo uno studio di Federconsumatori. L’aumento medio per quest’anno sarà del 2,84%. Per un appartamento di circa 100 metri quadri e un nucleo familiare di 3 persone l’aumento medio, tra il 2010 e il 2014, è stato pari al 20,65%: a conti fatti circa 50 euro, molto superiore all’inflazione (7%). Lo studio ha preso in esame gli importi della Tari 2014 nelle 110 città capoluogo e mette in evidenza la giungla tributaria prevista per questo prelievo: "Città che vai - sintetizza la Federconsumatori - Tari che trovi". L’impatto della nuova tassa sui bilanci delle famiglie risulta rilevante, non solo perché le cifre previste sono considerevoli ma soprattutto perchè nelle ultime settimane dell’anno si concentrano anche i termini di pagamento di altri tributi.

"Proprio in questi giorni, infatti, oltre alle scadenze di Tasi, Imu e addizionale Irpef - spiega la nota - i cittadini stanno ricevendo anche bollette di acconto o di saldo della nuova Tari 2014. Secondo le nostre previsioni l’incasso complessivo dei comuni ammonterà, per la Tari, a 8 miliardi, con un aumento medio per le famiglie italiane del +2,84% rispetto al 2013, senza considerare la componente servizi indivisibili". L’incremento, in valore assoluti, è di 8 euro, per una spesa complessiva media per una famiglia tipo che passa dai 282 euro della Tares 2013 ai 290 Euro per la Tari 2014.

L’aumento aumenta se si considerano gli ultimi quattro anni: sale al 20,65%, a fronte di un’inflazione nazionale nello stesso lasso di tempo del 7%. "Significa che l’aumento è stato il triplo del’inflazione", denuncia il vice presidente di Federconsumatori Mauro Zanini. L’incremento è particolarmente alto in alcuni comuni: del 165% a Reggio Calabria, del 105% a Sanluri, del 73% a Cagliari, del 63% a L’Aquila, del 61% a Palermo, Messina, Matera e Avellino, del +58% a Pisa, del +56% a Pescara e a Trapani e del +54% a Carbonia. In calo, invece, gli importi registrati a Cremona (-14%), a Verbania (-13%), a Caserta (-11%), a Cuneo (-9%) ed a Napoli e Udine (-8%).

La classifica delle 10 città più care vede in testa Cagliari, con una spesa di 532 Euro. Seguono Siracusa con 502 Euro, Reggio Calabria con 496 Euro, Salerno con 473 euro, Napoli con 463 euro, Catania con 434 euro, Grosseto con 414 euro, Carbonia con 412 euro, Benevento con 409 euro e Carrara con 406 euro. Si paga di meno, invece, a Cremona (con una spesa di 136 Euro), Isernia (155 euro), Udine (161 euro), Brescia e Belluno (175 euro), Vibo Valentia e Ascoli (185 euro), Mantova (186 euro), Verona (190 euro) e Trento (192 euro).

Tra le città più grandi Roma è al 17° posto, con una spesa annua di 372 euro, Palermo al 24° con 351 euro, Genova al 27° con 344 euro, Torino al 28° con 342 euro e Venezia al 29° con 341 euro.

Alla 36 posizione troviamo Milano, (spesa annua di 320 euro) mentre Bari occupa il 40°, con una spesa di 317 euro. Bologna (56° posto) e Firenze (85° posto) si collocano al di sotto della media nazionale, rispettivamente con 277 euro e 222 euro di spesa annua.

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