Atene dice un altro "no" ai creditori

Fumata con la Troika: Iva e dipendenti pubblici i grandi scogli. E in Europa sale la tensione

Atene dice un altro "no" ai creditori

Nuovo scontro nel braccio di ferro tra la Grecia e i suoi grandi creditori, riuniti nel Brussels Group. Atene ha respinto, in un vertice-maratona convocato dal premier Alexis Tsipras a palazzo Maximos, molte delle condizioni poste dalla troika per il salvataggio: marcate le «divergenze» sulla proposta di alzare l'Iva e sull'ordine di fare marcia indietro nella riassunzione dei dipendenti pubblici.

Vano, quindi, allo stato lo spiraglio aperto ieri mattina dal ministro degli interni Nikos Voutsis, che aveva rimarcato come Atene fosse disponibile a ritirare «alcune parti del programma anti-austerità», tanto inviso all'Europa e in particolare alla Germania della cancelliera Angela Merkel. Quindi la promessa (ennesima) di un accordo la prossima settimana.

ll conclave con i suoi ministri serviva a Tsipras proprio per riposizionare le invalicabili «linee rosse» del negoziato in corso con la troika. Domani, mentre i greci festeggiano la Pentecoste, Tsipras sarà in teleconferenza con frau Merkel e il presidente francese Francois Hollande, collegati da Berlino. Probabile il coinvolgimento del presidente della Commissione Ue, JeanClaude Juncker.

La faticosa ricerca di un compromesso «politico», chiesto a gran voce dagli Stati Uniti, prosegue dunque da domani. Solo qualche punto chiave che dia respiro ad Atene (1,6 miliardi di debiti da saldare con Fmi solo a giugno), rimandando a dopo il resto del piano.

Sul palco c'è però ancora molto spazio per le armi. A partire dalla lotta interna al governo Tsipras per la nomina all'Fmi della socialista del Pasok Elena Panaritis. Negli ultimi sei mesi le cose in Grecia «sono peggiorate puramente per ragioni politiche», ha affondato il colpo il vice di Juncker, Jyrki Katainen, pur ripetendo come «l'obiettivo» sia evitare la Grexit. «Se potesse essere raggiunta la stabilità politica ed economica», Atene otterrebbe «nuovi investimenti e posti di lavoro rapidamente». Ma è la stessa Grecia ad alzare il prezzo della resa. Il titolare delle Finanze, Yanis Varoufakis, annuncia di avere un piano che permetterà al Paese di rifinanziarsi, grazie a un prestito trentennale a basso costo emesso dal Esm per sostituire l'attuale esposizione con la Bce. Quindi la richiesta di ristrutturare il resto dell'ammontare, con un inevitabile ammanco per i creditori. La «priorità», ha detto Varoufakis, è una «combinazione di ristrutturazione del debito, investimenti e riforme che superano la pratica disumana di tagliare pensioni, sovvenzioni e stipendi».

Atene vuole poi partecipare, con l'appoggio russo, alla nuova Banca di sviluppo dei Brics: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Nel mese di giugno la Grecia deve rimborsare 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale

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