Autogrill si sdoppia e vola in Borsa

A volte ballare da soli è più redditizio. E alla fine, dopo anni e anni di riflessione, se ne sono convinti anche i Benetton che, ieri, hanno annunciato di avere allo studio la separazione dei due pilastri su cui poggia Autogrill. A marzo, probabilmente il cda sarà chiamato a deliberare sul tema su cui voteranno anche gli azionisti. Se tutto va come previsto entro fine anno in Borsa dovrebbero quotare due società distinte anche se riunite, almeno per un po', sotto l'unico cappello di Schema34 (a cui fa capo il 59,2% del leader della ristorazione per viaggiatori e che è a sua volta controllato da Edizione srl).
Più nel dettaglio l'operazione, spiega una nota del gruppo dovrebbe «prevedere la scissione parziale proporzionale degli asset e delle passività afferenti il business Travel Retail & Duty Free facenti oggi capo ad Autogrill», un'attività che viaggia a ritmi molto più serrati rispetto al tradizionale Food & Beverage, su cui la famiglia di Ponzano Veneto ha costruito la propria fortuna nell'ambito della ristorazione (e che ancora rappresenta il 69% del fatturato consolidato del gruppo e il 60% dell'ebitda). Separando le attività sarà anche più semplice la ricerca di partner adeguati. Il mercato, che da tempo non aspettava altro, ha riportato il titolo sui livelli del maggio del 2011: il leader della ristorazione per viaggiatori infatti ha chiuso la seduta a 9,45 euro (+4,5%).
La riflessione è stata lunga. Ma alla fine i Benetton si sono convinti a procedere con lo spin-off. E a seguire i successi delle simili operazioni effettuate da Pirelli, Fiat e de' Longhi. Erano anni che banche d'affari e broker ripetevano lo stesso ritornello: insieme le due divisioni non funzionavano. Il mercato di fatto è come se avesse finora applicato al gruppo uno sconto holding, penalizzando in ultimo i corsi del titolo. E questo nonostante sia sempre stato ben chiaro che Autogrill non è una finanziaria ma solo un gruppo a cui fanno capo due attività tra cui forse non ci sono state finora grandi sinergie. Ecco perché, al di là delle singole raccomandazioni, il giudizio delle banche d'affari sulla scissione è positivo: comunque sia creerà valore. Al di là delle parole, sono i numeri a dimostrarlo.
Mediobanca, calcolando la valorizzazione della divisione Travel Retail & Duty Free di Autogrill sulla base dei multipli della concorrente Dufry (10,6 volte l'ebitda 2012), arriva a dimostrare come la ristorazione sia attualmente sottovalutata a 3,2 volte l'ebitda, decisamente troppo poco rispetto ai rivali Compass e Sodexo. In ogni caso, per Mediobanca, la scissione è la sola operazione possibile, che possa portare alla luce del valore nascosto nel business Travel Retail&Duty Free di Autogrill. Una divisione che, a seconda dei ratio e delle stime prese in considerazione, potrebbe valere dagli 1,8 miliardi prevista da Equita (un calcolo effettuato sulla base del rapporto prezzo/utili di Dufry pari a 20) ai 2,5 miliardi di Cheuvreux (sulla base del rapporto valore d'impresa/ebitda 2013 di Dufry pari a 9,5 volte).


Molto più «concreta»Banca Imi: la separazione societaria - oltre a consentire agli investitori di scegliere su quale asset puntare - consente di liberare un po' di valore, calcolato in 10 euro per azione. Un «rialzino» del 6% circa è ancora possibile.

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