Economia

Bce verso l'ok ai dividendi. Un sì che vale 80 miliardi

De Guindos: "Il divieto è destinato alla revoca". Da Intesa a Generali: ecco tutte le società in attesa

Bce verso l'ok ai dividendi. Un sì che vale 80 miliardi

Pioggia di dividendi sulle banche europee. Nel 2021 si potrebbe raggiungere quota 21 miliardi di euro tra cedole e piani di buyback, congelati nella primavera dell'anno scorso e pronti a riversarsi sul mercato, almeno secondo le stime di Bank of America che, per il 2022, prevede 59 miliardi di retribuzione complessiva degli azionisti. Dopo lo stop imposto un anno fa dalla Bce alle cedole bancarie in seguito all'esplosione del Covid e le ulteriori restrizioni previste lo scorso dicembre da Francoforte, si vede la luce.

Ieri Luis de Guindos, vicepresidente della Bce, nel corso di un evento in Spagna, ha infatti dichiarato: «Se l'attività economica procederà al ritmo che prevediamo, chiaramente la raccomandazione sul tetto ai dividendi scomparirà prima o poi». L'Eurotower potrebbe decidere già il 23 luglio la revoca delle restrizioni. A seguire potrebbe arrivare anche il definitivo semaforo verde per le assicurazioni dall'Eiopa, l'autorità di vigilanza sulle compagnie europee che, tuttavia, ha lasciato maggior margine di manovra rispetto all'Eurotower.

Per Piazza Affari si parla di almeno 4,5 miliardi di cedole in arrivo. Osservate speciali sono Intesa Sanpaolo e Generali che, dopo la prima tranche, dovrebbero versare ai soci rispettivamente quasi due miliardi la prima (0,1 euro per azione) e 727 milioni la seconda (0,46 euro per azione). A beneficiare dell'agognato liberi tutti sono poi le banche di investimento: Banca Generali distribuirà 385 milioni in due tranche (2,7 euro per azione entro dicembre e 0,6 euro entro marzo, pari a un rendimento complessivo sui prezzi attuali vicino al 10%); Mediolanum pagherà altri 553,7 milioni il prossimo 18 ottobre (0,7533 euro per azione); Fineco 135 milioni; Mediobanca (che chiude il bilancio al 30 di giugno) prevede la distribuzione del 70% degli utili (le stime degli analisti parlano di un monte dividendi di 559 milioni, ovvero 0,63 euro per azione) e Banca Sistema (per 14 milioni complessivi). Per Banca Ifis in gioco ci sono i 58,8 milioni (pari a 1,1 euro per azione) sul 2019 congelati nella primavera del 2020 e per cui il mercato incrocia le dita. Quanto a Unicredit la banca di Piazza Gae Aulenti aveva messo in conto, prima dell'arrivo al timone di Andrea Orcel al timone, un piano di buyback da 652 milioni di euro (3% circa della capitalizzazione di mercato). Sul fronte europeo, i maggiori rivali di Generali (Allianz e Axa) hanno già pagato la cedola e, al momento non sono previste integrazioni, mentre per quanto riguarda le banche (lo Stoxx Banks Eur) la situazione è meno definita. Banco de Sabadell, Bank of Ireland, Commerzbank e Deutsche Bank hanno rimandato in ogni caso al prossimo futuro la retribuzione degli azionisti. Crédit Agricole, Bnp Paribas, Bbva, SocGen hanno messo in conto piani di riacquisto azionario non appena Francoforte eliminerà i paletti, mentre Bankinter, Caixa, Raiffeisen puntano ad aumentare il payout, senza tuttavia ulteriori indicazioni.

Solo Erste Group ha già deliberato che, non appena sarà possibile, verserà ai propri azionisti 215 milioni di euro.

Commenti