Btp Italia col fiato corto il Tesoro corre ai ripari

In tre giorni la domanda delude e non supera i 4,5 miliardi: via XX Settembre è ora pronta ad alzare i rendimenti

Btp Italia col fiato corto il Tesoro corre ai ripari

Tre miliardi di euro il primo giorno, soltanto un miliardo il secondo e appena 536 milioni nel terzo giorno di collocamento riservato ai risparmiatori. Parlare di flop è esagerato, ma certo il risultato dell'ultimo Btp Italia impallidisce se confrontato ai 6,7 miliardi raccolti lo scorso aprile nella giornata iniziale d'emissione. Maria Cannata, responsabile del Debito pubblico del ministero dell'Economia, fa prima buon viso a cattivo gioco («È un risultato senz'altro soddisfacente»), ma poi mette in conto di dover assicurare un premio maggiore ai sottoscrittori, magari per invogliare gli investitori istituzionali che scenderanno in campo a partire da oggi. «Il tasso minimo reale garantito dell'1,15% potrebbe essere rivisto al rialzo al termine del collocamento, considerata la volatilità del mercato registrata negli ultimi giorni».

Improbabile, tuttavia, che a questo punto venga centrato l'obiettivo del Tesoro di raggiungere una raccolta complessiva attorno ai 10 miliardi. «Difficile superare i sette-otto miliardi - è la stima di Angelo Drusiani, esperto di mercati obbligazionari di Albertini Syz - anche perchè tendo a escludere la possibilità che i tassi si possano allineare all'1,65% di aprile. Più verosimile un rendimento attorno all'1,25%». A una prima analisi sembra comunque che gli esperti di via XX Settembre abbiano sottovalutato le turbolenze che hanno agitato i mercati soprattutto la scorsa settimana, con evidenti ripercussioni sullo spread tra Btp e Bund tedesco, schizzato fino a 200 punti. E pensare che il primo Btp Italia venne “battezzato“ nella primavera del 2012, proprio durante la tempesta perfetta del debito sovrano.

Ma la decisione di mantenere basso il rendimento, per poi eventualmente procedere con un aggiustamento successivo, potrebbe essere stata dettata anche da un minor fabbisogno. Il Tesoro ha infatti coperto oltre l'85% del funding 2014, e dunque non ha grande urgenza di rastrellare liquidità, potendosi permettere di completare la raccolta con le emissioni con cui verrà chiuso l'anno.

Resta una domanda: davvero conviene, il Btp Italia? Un confronto con un Btp di pari durata (sei anni) è a prima vista del tutto a sfavore del titolo tricolore, in particolare se si paragonano le due cedole. Più bassa quella del Btp Italia, più allettante quella del sei anni tradizionale, attorno all'1,5%. Ma il sei anni costa parecchio di più (attualmente è a quota 115) contro il Btp Italia che, anche in caso di rialzo del rendimento, manterrà il suo valore nominale di 100. «Insomma - spiega Drusiani - chi mantiene fino alla scadenza il Btp classico ha una perdita assicurata. E ciò non piace agli investitori».

Bisogna inoltre

considerare che se i prezzi al consumo dovessero rialzare appena un poco la testa, allontanando l'Italia dai territori della deflazione, salirebbero i rendimenti del Btp Italia, essendo il titolo agganciato all'inflazione.

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