Caro Squinzi, ora fai come Marchionne

Caro Squinzi, ora fai come Marchionne

Una Confindustria orientata alla crescita e alla semplificazione burocratica. Sono questi gli obiettivi fissati dal neopresidente Giorgio Squinzi che ieri ha ricevuto il testimone da Emma Marcegaglia nel corso dell’assemblea privata dei soci, e che oggi terrà il primo discorso da leader nell’assise pubblica alla quale parteciperanno non solo gli imprenditori, ma anche la politica e le istituzioni.
Ma, al di là delle dichiarazioni programmatiche, il compito del neo numero uno Squinzi si estende oltre. In primo luogo, dovrà recuperare l’unità di una Confindustria che si è divisa nella scelta del nuovo presidente. In secondo luogo, dovrà cercare le modalità per il rientro di Fiat tra gli associati dopo un «divorzio» causato da quello che era ritenuto un eccessivo sbilanciamento di Marcegaglia verso la Cgil.


Due istanze che si coniugano in un unico tema: ragionare sull’opportunità di proseguire su un modello confindustriale attento alla politica («lavorare per il cambiamento del Paese perché se non si cambia il rischio che si corre è il declino», ha detto Emma Marcegaglia nel suo commiato) oppure insistere sulla sua natura originaria di rappresentanza degli interessi degli imprenditori italiani.

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