Cgia di Mestre:"Contro il Coronavirus 3,6 mld non sufficienti"

Per l'associazione degli artigiani e Pmi i soldi stanziani non basteranno a superare l'emergenza

Cgia di Mestre:"Contro il Coronavirus 3,6 mld non sufficienti"

"I 3,6 miliardi annunciati oggi dal ministro Gualtieri sono insufficienti. O si interviene subito, con una forte sterzata, altrimenti siamo destinati a scivolare verso una recessione pericolosissima". A dichiaralo, in una nota, è il centro studi della Cgia di Mestre che analizza i dati economici sugli effetti della crisi derivanti dal Coronavirus.

"Se l'Esecutivo crede di poter dilazionare nel tempo le misure si rilancio del Paese sbaglia - afferma Paolo Zabeo, coordinatore del Centro studi che chiede al Governo - di intervenire con una misura economica shock di medio-lungo periodo di almeno 10 miliardi di euro, per evitare di scivolare verso una pesantissima recessione".

"Veneto e Lombardia non sono il lazzaretto d'Europa, basta con questo danno di reputazione che rischia di penalizzarci oltre misura. Siamo il motore del Paese: viviamo di turismo, di cultura, di bellezza, di tecnologie avanzate e di prodotti di altissima qualità. Se continuiamo ad essere additati come un popolo di appestati rischiamo l'emarginazione economica", sottolinea il dirigente della Cgia.

Sul punto interviene anche Reanto Mason, Segretario generale dell'associazione di rappresentanza degli artigiani e delle piccole e medie imprese: "nei giorni scorsi il Commissario Europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato che Bruxelles, così come ha già fatto in passato quando abbiamo affrontato altre importanti emergenze come il terremoto nel centro Italia e l'arrivo in massa dei migranti nei porti del Sud, ci riconoscerà una dose di flessibilità che ci consentirà di non rispettare gli impegni assunti in merito al rapporto deficit/Pil. Risorse che, a nostro avviso, almeno 10 miliardi devono essere spesi per la rilanciare gli investimenti pubblici, per ammodernare questo Paese, in altre parole per ridare fiato ad una economia che, altrimenti, rischia di implodere. Per questo chiediamo, oltre ad un piano di investimenti pubblici straordinario, più ammortizzatori sociali, più liquidità alle Pmi e il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione".

Secondo il leader della Cgia Se l'emergenza coronavirus, infatti, dovesse diffondersi in modo incontrollato in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, senza mettere in campo delle contromisure adeguate, il rischio che una buona parte dell'economia nazionale si fermi è alquanto probabile.

Per l'ufficio studi della Cgia, in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene generata la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse

dell'erario. Inoltre in questi territori sono occupati oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private che rappresenta il 53% del totale nazionale e da qui partono per l'estero i 2/3 delle esportazioni italiane.

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