Economia

Cipro, il governo blocca i conti correnti ma i capitali sono già fuggiti all'estero

In una settimana sono stati trasferiti 4,5 miliardi. Tra i correntisti "esportatori" membri del governo

Cipro, il governo blocca i conti correnti ma i capitali sono già fuggiti all'estero

La Banca Centrale di Cipro ha dato disposizione ieri a tutte le banche e agli istituti di credito dell'isola di bloccare i trasferimenti di denaro e i pagamenti dei loro clienti. La misura arriva però in ritardo. Infatti nel timore che il governo di Nicosia arrivasse ad imporre una pesante tassa (dal 6,75 al 9,9%) sui depositi bancari, come chiesto dall'Eurozona a Cipro in cambio di aiuti economici per 10 miliardi, solo nell'ultima settimana centinaia di titolari di conti correnti hanno esportato dall'isola capitali per quasi 4,5 miliardi. E dall'inizio dell'anno la fuga di capitali è stata pari a 20 miliardi. Tra i correntisti in fuga ci sarebbero anche personalità di governo che dunque sapevano del pericolo imminente. Tanto che negli ambienti più vicini ai circoli politici, gira il nome del genero di un alto responsabile governativo che avrebbe portato all'estero nei giorni scorsi 12 milioni di euro. Si tratta di voci non confermate ma che danno comunque il polso della situazione sull'isola, dove la rabbia della gente contro le richieste avanzate a Bruxelles dai ministri delle Finanze dell'Eurozona vengono interpretate come una «punizione» nei confronti di Cipro. Inoltre sono venuti alla ribalta molti casi di cittadini greci che, nei mesi scorsi, nel timore che i loro depositi bancari fossero tassati in patria a causa della grave crisi economica che affligge il Paese, avevano trasferito il loro denaro nelle banche cipriote e che adesso se li vedranno invece decurtati qui. La Banca Centrale europea ieri ha fatto pressing sul governo cipriota per far approvare immediatamente la misura richiesta.

Le banche dell'isola resteranno comunque chiuse fino a mercoledi prossimo.

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