Club Med, duello infinito Fosun rilancia su Bonomi

La contesa ha fatto lievitare il valore della società: dai 540 milioni della prima offerta ai 939 di ieri

Nuova puntata dell'Opa infinita per il Club Med. Ieri mattina i cinesi di Fosun hanno alzato l'asticella sul colosso turistico d'Oltralpe portando l'offerta a 24,6 euro (per una valorizzazione complessiva di 939 milioni), rispetto ai 24 euro messi sul piatto due settimane fa da Andrea Bonomi. Ma non è finita qui. Investindustrial, il private equity dell'imprenditore milanese alla guida della cordata Global Resorts, ha tempo fino alle 18 del prossimo 7 gennaio per rilanciare.

Lo ha stabilito l'Autorité des marchés financières che ha poi precisato che, da quel momento in poi, ai due contendenti saranno garantiti solo 7 giorni per eventuali ulteriori ritocchi. Il mercato ha pochi dubbi a riguardo e scommette sulla prosecuzione della battaglia. Il titolo, infatti, ha agguantato i 25 euro (+0,4%), sui massimi dal settembre 2008. Non solo. Anche il cda della società sembra attendersi nuovi colpi di scena in arrivo prima dell'esito finale della battaglia in corso. Il vertice del Club Med, infatti, «ha deciso di rinviare la riunione dell'assemblea ordinaria (già fissata per il 12 gennaio, ndr) a una data che fisserà ulteriormente al di fuori del contesto della gara continua».

Si tratta dell'Opa più lunga vista sui mercati francesi e, probabilmente, anche su molte altre piazze finanziarie. L'inizio della guerra per il gruppo specializzato in villaggi vacanze (per un totale di 66, di cui 21 in Francia e un valore complessivo di 448 milioni) risale addirittura al maggio del 2013 quando Fosun, alleatosi con il top management di uno dei simboli del lifestyle d'Oltralpe e altri partner, aveva offerto 17 euro per azione, un prezzo poi corretto a 17,5 euro per titolo. Ma il percorso dell'offerta è stato travagliato fin dall'avvio, visto che è stata subito sospesa a causa del ricorso di alcuni azionisti di minoranza. L'Opa poi, una volta sbloccata e con il placet del cda del Club Med guidato da Henri Giscard d'Estaing (tra i partecipanti, tra l'altro, alla cordata Gaillon II guidata da Fosun), sembrava finalmente pronta a chiudersi con successo quando, lo scorso maggio, l'irruzione sul campo di Bonomi con il rastrellamento del 10% circa del capitale dà il via ad una vera e propria escalation di rilanci che hanno fatto lievitare la capitalizzazione del Club Med a un miliardo circa, quasi il doppio rispetto alla proposta iniziale (540 milioni). Non poco per una società che non distribuisce dividendi da 10 anni e che, nell'ultimo esercizio, ha perso 9 milioni (su un fatturato di 1,38 miliardi).

Ma le potenzialità per la società che ha inventato la formula all inclusive sono enormi. E né Gua Guangchang, numero uno di Fosun, nè Bonomi sembrano disposti a rinunciare a uno dei brand più forti nel turismo internazionale.

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