Domani la Commissione Ue esporrà le raccomandazioni in materia di politica economica e di bilancio nei confronti dei singoli Paesi. Archiviate le elezioni, l'attenzione dei governi europei si concentra ora sulle pagelle che l'organo esecutivo dell'Ue darà su conti pubblici e riforme. Tre, in particolare, le «materie» su cui Bruxelles esprimerà il suo giudizio: il rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità (tetto del 3% del Pil per il deficit e del 60% per il debito pubblico), il raggiungimento degli obiettivi contenuti nella strategia «Europa 2020» e - per ultima - l'eventuale apertura di una procedura per squilibri macroeconomici eccessivi (già in atto - dal 5 marzo - per Italia, Croazia e Slovenia).
Le raccomandazioni della Commissione rappresentano il culmine del cosiddetto «semestre europeo» (da non confondere con il semestre di presidenza del Consiglio dell'Unione, che per l'Italia inizierà l'1 luglio), ossia il ciclo annuale di coordinamento delle singole politiche economiche e di bilancio introdotto nel 2010 per effetto della crisi. Per quanto riguarda l'Italia, oltre che sul Def e sul piano delle riforme, c'è attesa soprattutto per come sarà valutata la scelta di far slittare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2015.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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