Attenti al portafoglio

Conto corrente: attenti alla truffa che ti svuota il portafoglio

Un nuovo caso di Vishing richiama l’attenzione sulle truffe di falsi operatori nei confronti di “malcapitati” correntisti

Conto corrente: attenti alla truffa che ti svuota il portafoglio

Circa 60mila euro scomparsi in pochi minuti. È questo l'importo che una correntista si è vista sottrarre grazie alla tecnica del Vishing, un tipologia di truffa bancaria molto particolare ma che rischia davvero di svuotare il portafogli dei poveri malcapitati.

Vediamo di cosa si tratta.

Cosa è il Vishing

Negli ultimi anni sono sempre più i casi di vishing, una truffa di cui si è parlato già in un articolo de IlGiornale.It, che può davvero mettere a rischio il patrimonio di moltissimi italiani che non ancora non ne sanno nulla.

Fondamentalmente si tratta del phishing (il termine didatti è un neologismo anglosassone nato dalla fusione tra voice e phishing) che si realizza fregando i dati necessari ed effettuare la truffa attraverso chiamate vere e proprie con un falso operatore che riesce ad estrapolare tutto quello che serve per arrivare ai soldi del conto corrente.

Il metodo, difatti, è quello con cui il malcapitato finisce con il rivelare il proprio Pin ai malviventi, perché abilmente ingannati, tramite chiamate telefoniche. Tra le tecniche di approccio più diffuse, quelle in cui l'operatore chiama per:

  • offerte: ad esempio un prestito molto vantaggioso, un premio o una buona possibilità di investimento
  • fiscali: l'operatore si spaccia per operatore fiscale richiedendo dati necessari alla risoluzione di problematiche che potrebbero portare a sanzioni economiche
  • problemi sul conto corrente: chiedendo le credenziali di accesso per risolvere il problema

Per difendersi, come scritto nel precedente articolo, la polizia postale fa tre raccomandazioni: Innanzi tutto, è bene "diffidare di numeri di telefono che non conosciamo e attraverso i quali abbiamo ricevuto richieste riguardanti dati personali, bancari o codici di sblocco". La seconda raccomandazione prevede di "non fornire le credenziali di accesso ai propri servizi bancari online", nemmeno se a farne richiesta dovesse essere un presunto operatore del proprio Istituto di credito. La terza: "Contattare il più vicino ufficio di polizia per segnalare quanto avvenuto e ricevere ulteriori consigli".

L'ultimo caso

Il caso, riportato dall'associazione a difesa dei consumatori Konsumer Italia, vede l'amministratrice di un'azienda romana a conduzione familiare recarsi presso la filiale della propria Banca in quanto si era reso necessario trasmigrare l'operatività del token meccanico ad uno di nuova generazione.

Finite le operazioni e poco dopo l'uscita dall'istituto bancario, però, sarebbe iniziato il vortice di "stranezze" che hanno condotto alla truffa nei confronti della malcapitata. Difatti la donna avrebbe ricevuto delle telefonate da falsi operatori della banca con cui la società di cui la donna è amministratrice aveva il conto corrente, che le chiedevano di effettuare alcune operazioni di verifica dati e download di app... tutte stratagemmi che hanno permesso la realizzazione della truffa; la malcapitata, in buona fede, ha effettuato tutte le azioni richieste sino a quando il falso operatore le avrebbe comunicato la nuova necessità di passare in filiale il lunedì successivo e poco dopo, l'appuntamento fittizio (probabilmente per non destare sospetto e far pensare che tutto stesse procedendo normalmente) sarebbe stato confermato con un sms (logicamente non inviato dal vero istituto bancario).

Tutto ok, o così pareva; in realtà la truffa si stava consumando in tutto e per tutto. La donna, difatti, il giorno successivo, verificando le movimentazioni del conto aziendale, si sarebbe ritrovato effettuato un pagamento da quasi 60mila euro nei confronti di un conto corrente postale; immediatamente è scattata la denuncia alla polizia postale.

“Prescindendo da quale Istituto possa essere capitato in questa criticità - Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia - il caso fa evincere una falla enorme nei sistemi di controllo dell’intero sistema bancario, rispetto al quale è necessario intervenire costantemente con l’adeguamento della tipologia a tutela della reputazione degli Istituti e del risparmio dei cittadini”.

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