Politica economica

Ex Ilva, c'è energia per otto giorni

Il Tar fissa all'8 novembre la decisione sul taglio delle forniture di gas. Azionisti distanti

Ex Ilva, c'è energia per otto giorni

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Ennesima fumata nera per l'ex Ilva di Taranto. Il secondo round del cda di Acciaierie d'Italia (Invitalia 38%, Arcelor Mittal 62%) si è chiuso ieri dopo quattro ore con un nulla di fatto e un riaggiornamento all'inizio della prossima settimana. Le parti (ieri tutti i consiglieri erano presenti) restano molto distanti sulle esigenze finanziarie che, come richiesto dal Tesoro, la compagine pubblica e quella privata dovrebbero definire, e mettere in campo, per salvare l'azienda dalla chiusura. Recentemente l'amministratore delegato di Acciaierie, Lucia Morselli, aveva indicato un fabbisogno di 320 milioni necessario per consentire alla società di andare avanti in attesa di un nuovo accordo, ma la cifra potrebbe essere rivista al rialzo per garantire un minimo di respiro all'azienda. «E soprattutto sono ben altre le esigenze di piano da mettere in campo», spiega una fonte. Inoltre, resta il fatto che la cifra dovrà comunque essere ripartita tra pubblico e privato. Ma nessuno dei due però sembra voler cedere sul fronte finanziario. Resta il fatto che il tempo stringe. Soprattutto se consideriamo i 100 milioni che devono arrivare entro pochissimo tempo per le forniture di gas. Otto giorni per la precisione. Va detto che in parallelo al secondo round del cda di Acciaierie d'Italia, ieri il Tar della Lombardia ha fissato per l'8 novembre la decisione sulla fornitura di gas al polo siderurgico, accordando quindi all'azienda il vantaggio di leggeri tempi supplementari. L'8 novembre sarebbe stata la data in cui Snam, in seguito al provvedimento dell'Arera l'Autorità di regolazione reti ed energia avrebbe staccato definitivamente la fornitura del gas ad Acciaierie d'Italia. Ora, in quella data, non avverrà lo stacco, ma il Tar della Lombardia Prima Sezione, presieduta da Antonio Vinciguerra deciderà sui provvedimenti dell'Arera per ora sospesi.

Va da sè che entro l'8 novembre un accordo tra i partner va trovato. In caso contrario, si dice, l'azienda verrà commissariata.

Tanto più che di nuovo ieri la riunione si è chiusa con un nulla di fatto anche per la successione del presidente Franco Bernabè, che come noto ha posto le sue dimissioni prima nelle mani della premier Giorgia Meloni e poi al voto dell'assemblea di Acciaierie.

Intanto sale la tensione sul dossier Ilva sia da parte dell'opposizione sia da parte delle imprese che denunciano, con Confartigianato, ritardi nei pagamenti dei fornitori. E non va meglio sul fronte del lavoro.

Ieri un incidente sul lavoro si è verificato nella centrale energetica dello stabilimento di Taranto dove è stato coinvolto un operatore di una ditta esterna.

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