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Exor, acquisizione Usa da 6,4 miliardi

Offerta per PartnerRe (riassicurazioni, sede alle Bermuda). Finanziamento da 4,7 miliardi, no aumento di capitale

Gli Agnelli diversificano, ripartono all'attacco degli Usa e si lanciano nelle assicurazioni, settore nel quale erano già stati presenti con Toro, compagnia ceduta nel 2003 a De Agostini per 2,4 miliardi. Ieri, nello stesso giorno del cda sui conti 2014, la holding guidata da John Elkann ha annunciato un'offerta tutta cash da 6,4 miliardi di dollari (la più ingente nella storia della famiglia) su PartnerRe, gruppo americano attivo nella riassicurazione e già al centro di un'operazione d'integrazione con Axis, a 130 dollari per azione. Exor, in una nota, spiega che l'operazione sarà finanziata con liquidità disponibile e prestiti con Citibank e Morgan Stanley fino a 4,75 miliardi di dollari. Inoltre, non sarà necessario un aumento di capitale.

PartnerRe, quotata a Wall Street ma sede nelle Bermuda, è una public company partecipata dai fondi Vanguard (8%), Franklin Resources (5%), BlackRock (5%), Lsv (3,8%) e State Street (2,5%). L'offerta, nel caso di piena collaborazione del cda del gruppo Usa, si chiuderebbe entro l'anno: l'operazione comporta un premio del 16% sullo scambio azionario tra PartnerRe e Axis. Ottenuto l'ok dal cda, quanto deliberato non è soggetto al via libera dell'assemblea. Necessarie, invece, la due diligence , la rinuncia all'accordo PartneRe-Axis, un'intesa definitiva con Exor e il via libera dei soci PartnerRe. E proprio la preda Usa di Exor, all'inizio dell'anno aveva raggiunto con Axis l'intesa per una fusione da 11 miliardi di dollari. Da queste nozze sarebbe nato un colosso della riassicurazione. Per casa Agnelli, comunque, l'affare PartneRe è anche un ritorno al passato: nella nota Exor ricorda di aver investito nei settori assicurativo e riassicurativo per oltre due decenni, partecipando alla fondazione di PartnerRe nel '93 come socio di minoranza. «Una società di riassicurazione globale come PartnerRe - precisa il comunicato - possiede un significativo potenziale di sviluppo nel lungo termine». Exor, che pone come punti fermi il mantenimento del management e il marchio di PartnerRe, rassicura poi il gruppo Usa attraverso l'impegno a rafforzare la società «quale leader nel settore riassicurativo». «Siamo molto fiduciosi - il commento di Elkann - che il cda, i dipendenti e gli azionisti di PartnerRe sosterranno la nostra proposta, creando le condizioni affinché essa si concluda con successo e in tempi rapidi». A Wall Street, una volta diffusa la notizia, il titolo PartnerRe è schizzato del 9,33%, mentre a Milano, Exor ha guadagnato solo lo 0,35% in scia ai dati di bilancio e all'autorizzazione a emettere un bond da 3 miliardi, essendo la notizia del blitz americano arrivata a Borsa chiusa: l'utile si è attestato a 323,1 milioni, ai soci andrà un dividendo di 35 centesimi.

Sempre negli Usa, Exor ha da poco avviato un processo per valutare la possibile cessione di C&W (servizi immobiliari) per la quale «sono state ricevute manifestazioni di interesse non vincolanti ed è in corso la due diligence da parte di potenziali

acquirenti». Se l'operazione PartnerRe si concluderà positivamente, sul totale degli attivi di Exor (15,5 miliardi), Fca peserà per il 41% (ora 45%), PartnerRe per il 32% e CnhI per il 17% (ora 19%); C&W conta ora per il 6%.

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