Fallisce il negoziato con la Grecia

Nuova rottura tra Bruxelles e Atene, ora palla all'Eurogruppo. Berlino: «Non accetteremo ricatti»

Missione fallita: anche l'estremo tentativo di trovare un compromesso tra la Grecia di Alexis Tsipras e i creditori dell'ex troika è andato in frantumi. La maratona negoziale del week end a Bruxeless, che aveva sul tavolo l'ultima proposta di Atene, ha prodotto «qualche progresso» ma - ha dovuto ammettere ieri sera l'esecutivo europeo- «il negoziato non è riuscito». A questo punto l'ultima speranza è l'Eurogruppo di giovedì, dove «dovranno trovare spazio ulteriori discussioni». Il macigno da smuovere, però, non cambia: «Resta una significativa distanza» con Atene, «nell'ordine dello 0,5-1% del Pil, o l'equivalente di due miliardi di euro, di misure fiscali permanenti su base annuale», ha riassunto la Commissione, aggiungendo di ritenere la proposta greca ancora «incompleta».

Tsipras avrebbe, infatti, accettato di sacrificare stipendi e pensioni soltanto della popolazione agiata; manca poi l'incastro con Bce e Fmi sia sugli scaglioni dell'Iva sia sull'avanzo primario: la troika pretende l'1% del Pil (2% nel 2016), ma il ministro delle finanze Yanis Varoufakis non è disposto a concedere oltre lo 0,75-0,9% e ribadisce come sia necessaria una ristrutturazione del debito. Il più intransigente sulle pensioni sarebbbe il Fmi, che vuole un taglio del Pil dell'1% (1,8 miliardi).

Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che solo sabato aveva fatto sapere come quella appena naufragata fosse l'ultima chance a disposizione di Atene, è giocoforza tornato sui propri passi. Il canale diplomatico resta, quindi, aperto: con «maggiori sforzi sulle riforme» da parte della Grecia e «volontà politica da parte di tutti, ha abbozzato Juncker, una soluzione può ancora essere trovata prima della fine del mese». Quando con il mancato rimborso di 1,6 miliardi di debiti all'Fondo monetario il game over e la conseguente bancarotta di Atene diventerebbero inevitabili: la Grecia ha bisogno dell'ultima tranche di aiuti (7,2 miliardi) per saldare i debiti in scadenza anche con l'Eurotower.

Dopo che sabato lo stesso Tipras aveva premesso di essere pronto ad accettare «un compromesso difficile» ma non la «sottomisissione» a Bruxelles, ieri l'esecutivo greco ha ribadito che tratterà fino all'ultimo per evitare la Grexit, ma anche lasciato filtrare subito dopo di ritenere «irrazionali» le condizioni poste dai suoi creditori.

L'irritazione politica, quindi, è alle stelle, soprattutto in Germania. «La pazienza dell'Europa sta finendo» e Berlino «non si farà ricattare», ha scandito la «colomba» e braccio destro di Angela Merkel, Sigmar Gabriel: «L'ombra di una uscita della Grecia dall'euro sta diventando sempre più visibile»,ha aggiunto il ministro dell'economia in un editoriale pubblicato oggi dalla Bild , dove taccia indirettamente Varoufakis di «giocare d'azzardo». Peraltro lo stesso «falco» Wolfgang Schaeuble sta già studiando un modo per pilotare in modo oridinato (e quindi senza mettere a repentaglio l'euro) il crac ellenico.

Questa mattina, quando le Borse riaccenderanno i pc, a dominare sarà quindi la tensione: gli analisti prevedono una giornata in ribasso.

«Siamo arrivati al momento della verità, il principale problema non è però l'eventuale Grexit ma porre fine a questa impasse», sostiene Gianluca Verzelli di Akros (gruppo Bpm). La situazione peggiore per le Borse è «l'incertezza» e, dopo la corsa dei primi mesi, i mercati hanno già iniziato a correggere la direzione.

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