Finmeccanica, 2014 meglio del previsto

L'ad Moretti rialza ordini, ricavi e margini. Oggi il piano industriale: debito tagliato di 600 milioni al 2017

Finmeccanica, 2014 meglio del previsto

Due miliardi in due mesi. Finmeccanica rivede le precedenti stime sul 2014, fatte in novembre, e porta a 15,2-15,5 miliardi dai precedenti 13,5-14 le previsioni di ordinativi per l'anno appena chiuso: segno di un andamento commerciale più che positivo. Parallelamente, prevede che i ricavi 2014 aumentino di circa un miliardo, dai 13,5 -14 stimati in novembre a 14,4-14,7 dell'aggiornamento attuale. Non si tratta di preconsuntivi, ma di stime - sottolinea il gruppo - tuttavia nessuno si aspetta che questi numeri vengano smentiti dal consiglio che approverà i conti 2014, già fissato per il 18 marzo. Il merito di tutto questo è, indiscutibilmente, in primo luogo dell'ad e dg Mauro Moretti, da maggio alla guida di Finmeccanica.

Ieri il cda ha preso in esame l'andamento delle attività nell'anno appena concluso, ha espresso le previsioni sul 2015, ha confermato il mandato a Moretti, per la cessione del settore Trasporti (Ansaldo Breda e Ansaldo Sts) e ha varato il piano industriale 2015-2019: quest'ultimo sarà illustrato oggi a Londra alla comunità finanziaria internazionale.

Ma torniamo ai conti. Cresce la redditività dell'intero gruppo, con un ebitda che, stando alle ultime previsioni, sale fino a 1.060 milioni, contro i 1.030 della stima massima precedente, mentre migliora il cash flow operativo, che nel 2014 resta negativo per il gruppo (160-140 milioni), ma positivo per il core business di Aerospazio e Difesa. Va sottolineato che questi ultimi due settori valgono da soli l'80% circa di ordini e ricavi.

Nel 2015 la previsione è di un fatturato sostanzialmente stabile (14-14,5 miliardi contro i 14,4-14,7 previsti per il 2014), con una lieve riduzione degli ordini ma con ebitda e cash flow operativo nettamente migliori. Questi dati si spiegano con una riduzione del perimetro di attività che vale, in tutto, 500 milioni di ricavi: si tratta della «restituzione» al cliente Boeing di alcune lavorazioni per componenti del 787 (non redditizie per Finmeccanica), che pesano sul fatturato per 300 milioni; in uscita, inoltre, due segmenti minori di Drs - la controllata Usa della Difesa - che oggi fatturano 200 milioni. L'ebitda del 2015 è previsto fino a un massimo di 1,2 miliardi (tra il 2014 e il 2016 salirà del 20% in Aeropasio e Difesa), mentre il cash flow operativo sarà positivo per 100-200 milioni. Questa cifra indica la ritrovata capacità del gruppo a fare investimenti con flussi di cassa propri, senza ricorrere all'indebitamento.

Quest'ultimo, che negli ultimi anni è stato una palla al piede, al 31 dicembre 2014 è stimato in 4,1 miliardi (4,3 la precedente indicazione). Ma entro il 2017 è prevista la sua riduzione di oltre 600 milioni di euro, a un valore di 3,5 miliardi, e senza includere le operazioni straordinarie. Queste riguardano soprattutto la cessione del ramo Trasporti (con la sola eccezione degli autobus, già deconsolidati alla fine del 2014), che non è stata ancora completata (ma si confida che lo sia a breve); la cessione, in particolare, di Ansaldo Breda segnerà la fine di un'emorragia continua di denaro. L'intero settore Trasporti pesa oggi circa il 10% sul fatturato del gruppo, nell'ordine di 1,3 miliardi.

Il piano industriale - del quale si conosceranno i dettagli oggi - ha importanti obiettivi di medio termine: incremento della redditività e dell'efficienza commerciale; riduzione drastica, di oltre il 10%, di spese generali e accessorie; riduzione delle spese per capitale del 20% in tre anni; riduzione del capitale circolante operativo.

Tutto questo darà il beneficio al cash flow di cui si è detto, e nasce soprattutto da un miglioramento della gestione industriale. Moretti ieri ha detto: «Siamo soddisfatti. Il piano è il frutto di un intenso lavoro e siamo fiduciosi nel raggiungimento dei suoi obiettivi».

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