Generali vende Bsi per 1,2 miliardi

Bsi si rivela la chiave di volta in casa Generali. Con la cessione della banca italo-svizzera ai brasiliani di Btg Pactual, l'ad Mario Greco raggiunge con un anno di anticipo i parametri di solidità patrimoniale e chiude definitivamente il piano di dismissioni avviato nel gennaio del 2013.
L'operazione con l'investment banking carioca, arrivata dopo un mese di trattative, ha un controvalore di 1,5 miliardi di franchi svizzeri (poco più di 1,23 miliardi di euro) che saranno suddivisi tra 1,2 miliardi in contanti e 300 milioni in strumenti azionari.
Un'operazione che permette a Triste di migliorare l'indice Solvency 1 di circa 9 punti percentuali che, come pro-forma sulla base del primo trimestre 2014, sarà superiore al target 2015 di Solvency 1 pari al 160 per cento. E anche se la vendita produce una minusvalenza netta di circa 100 milioni di euro, l'operazione rientra comunque nella forchetta di prezzo indicata dagli analisti (tra 1,4 e 1,6 miliardi). Inoltre, il momento difficile di mercato, alcune difficoltà regolamentari e le prospettive di sviluppo offerte da Btg, desideroso di espandersi in Europa e nel Sud-Est asiatico dove Bsi è attiva, hanno spinto il board del gruppo assicurativo a dare l'ok a un deal per il quale Greco aveva sempre detto di «non avere alcuna fretta».
L'operazione - spiega una nota - ridurrà notevolmente le attività non assicurative di Generali e rappresenterà un fattore positivo per la valutazione del gruppo da parte delle agenzie di rating. Inoltre è un punto di svolta nel percorso di rilancio di Generali», sostiene Greco ricordando che «con Bsi si completa il processo di dismissioni volto a rafforzare la base patrimoniale del gruppo, e ora possiamo guardare avanti concentrandoci sul core business assicurativo senza quello che è stato un problema per lungo tempo».
Conti alla mano, il piano di dismissioni ha riguardato fino all'operazione Bsi, cessioni per 2,4 miliardi di euro tra le riassicurazioni negli Usa, alcune minorities messicane e, in Italia, la vendita della controllata Fata a Cattolica. Con Bsi, il conto sale a 3,7 miliardi a fronte di un target annunciato a gennaio 2013 di 4 miliardi. A Trieste hanno spiegato, però, che i 4 miliardi erano un target puramente indicativo e legato al fatto che l'ammontare delle dismissioni sarebbe servito per centrare l'obiettivo principe di un Solvency I oltre 160% (152% del primo trimestre).
La strategia indicata da Greco, infatti, è sempre stata quella di ricostituire il capitale, riducendo l'indebitamento e la leva finanziaria, per liberare risorse così da consentire alla compagnia di concentrarsi sul core-business delle polizze. Ora per Generali comincia questa seconda stagione: assicurazioni e crescita. Ad alzare il velo sui prossimi obiettivi sono già in calendario due appuntamenti: i conti semestrali di fine mese e l'investor day di novembre.
Da ricordare che Triste ha chiuso il 2013 con il miglior utile degli ultimi sei anni, portando a casa un profitto da 1,91 miliardi contro i 95 milioni del 2012, e un dividendo per gli azionisti raddoppiato da 20 a 45 centesimi.


Quanto a Bsi, passata da Generali a Btg Pactual, continuerà a operare con il proprio marchio e diventerà la piattaforma globale di wealth management del gruppo sudamericano. L'unione con le società carioca darà vita a un gruppo internazionale di wealth management e di asset management con oltre 200 miliardi di dollari di attivi in gestione e presente nei principali centri finanziari.

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