La Grecia torna a far paura: Piazza Affari cala del 3,39% e lo spread sale a 330 punti

A spaventare i mercati è l'avvicinarsi della scadenza per l'attuazione del bond swap tra la Grecia e i creditori privati. Ribassi generalizzati su tutte le piazze Ue

La Grecia torna a far paura: Piazza Affari cala del 3,39% e lo spread sale a 330 punti

Piazza Affari torna a chiudere con un pesante ribasso. Nel finale la Borsa di Milano ha, infatti, accelerato verso il rosso sprofondando oltre il 3% in linea con i principali listini europei. A trascinare in giù le piazze del Vecchio Continente è stato, ancora una volta, il comparto bancario per i timori di un default ellenico: a spaventare i mercati è stato, infatti, l'avvicinarsi della scadenza per l'attuazione del bond swap tra la Grecia e i creditori privati. L'ultimo giorno disponibile è l'8 marzo e il governo di Atene ha già detto che non prorogherà la scadenza. Piuttosto il governo ha detto di essere pronto a costringere i creditori ad accettare le perdite sui bond detenuti in portafoglio.

In questo contesto di instabilità torna la pressione sulle banche e, soprattutto, sul mercato secondario dei titoli di Stato. Lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi a dieci anni è arrivato fino a un massimo intraday di 330 punti base posizionandosi, in chiusura, poco sotto. Su Piazza Affari si registra un profondo rosso per gli istituti di credito, con Banco Popolare (-4,82% a 1,501 euro), Banca Montepaschi (-6,44% a 0,3967 euro), Bper (-6,2% a 6,05 euro), Popolare di Milano (-5,92% a 0,4831 euro), Intesa Sanpaolo (-4,93% a 1,426 euro), che nei giorni scorsi ha fatto sapere di aver accettato il bond swap, Mediobanca (-5,63% a 4,69 euro), Ubi Banca (-5,46% a 3,396 euro) e Unicredit (-5,18% a 3,88 euro). Limita invece le perdite Impregilo (-0,76% a 2,6 euro), dopo che ieri il cda di Autostrada Torino-Milano (-11,86% a 6,24 euro) ha deliberato di rilevare l'intera holding di controllo Igli. In scia ai conti 2011, con ricavi in crescita dell'11% a oltre 2,5 miliardi di euro, ma un utile in calo del 9,7% per effetto, tra l'altro, dell'incremento della Robin Hood Tax, Enel Green Power cede l'1,66% a 1,484 euro. Il cda della società delle rinnovabili propone per l'esercizio 2011 un dividendo pari a 2,48 centesimi di euro per azione. Giù anche il titolo di Fiat (-6,07% a 4,332 euro) che, come tutto il settore automobilistico europeo, è stato condizionato dall'annuncio dell'aumento di capitale da 1 miliardi di euro di Peugeot-Citroen, finalizzato al finanziamento dell'alleanza con General Motors. "Noi il terzo partner nell'accordo Psa-Gm? Il mondo è aperto, come dico sempre noi parliamo con tutti", ha fatto sapere l'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, dal salone di Ginevra. Tra gli industriali, cede Finmeccanica (-3,9%) e affonda Pirelli (-5,02%). Si sgonfia la galassia Ligresti che è stata oggetto di forti scambi e speculazioni nelle scorse settimane dopo l'annuncio dell'operazione di fusione con Unipol (-1,28% a 0,2779 euro), e il successivo ingresso in pista dell'offerta concorrente di Palladio-Sator. Fondiaria Sai arretra del 9,75% a 1,212 euro, Milano Assicurazioni del 7,49% a 0,295 euro e la holding Premafin del 9,39% a 0,386 euro. E' sempre più probabile ormai che tra le offerta concorrenti su Premafin e FonSai la spunti quella di Unipol.

I ribassi sono stati generalizzati su tutte le piazze del Vecchio Continente. L'indice Ftse 100 di Londra perde l'1,86% a 5.

765,8 punti, il Dax di Francoforte affonda del 3,4% a 6.633,11 punti e il Cac 40 di Parigi mostra una caduta del 3,58% a 3.362,56 punti. A Madrid, l'indice Ibex scende del 3,39% a 8.166,6 punti. Rimbalza invece la Borsa di Atene, che sale del 2,77% a 755,06 punti.

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