Impregilo lancia il buy-back e scende in Ecorodovias

Impregilo lancia il buy-back e scende in Ecorodovias

Mossa a sorpresa di Impregilo: nel pieno della contesa tra Gavio e Salini per il controllo del gruppo e nel primo vero consiglio d’amministrazione presieduto da Fabrizio Palenzona, il principale general contractor italiano ha deciso di accettare un’offerta di Primav, partner storico in Brasile, per una quota di Ecorodovias, gruppo della logistica e delle concessioni autostradali con quotazioni finora in vertiginosa ascesa alla Borsa di San Paolo. Ma Impregilo non lascia il Brasile: l’offerta è per il 19% della società contro una partecipazione attuale del 29,24%. Con il rimanente, il general contractor prevede di conservare «il diritto di nominare uno o più amministratori di minoranza e un potere di veto su decisioni strategiche».
Il prezzo, al quale si dovrà arrivare con una trattativa che seguirà direttamente l’ad Alberto Rubegni, è per ora top secret ma, secondo diverse fonti finanziarie, l’obiettivo non è inferiore a 700 milioni. Anche perché quella della quotazione di Ecorodovias è una storia di grande successo: la società è stata collocata sulla Borsa brasiliana nel marzo del 2010 e l’attuale quota detenuta da Impregilo - secondo documenti societari consultati dall’Ansa - valeva 640 milioni di euro, con un apprezzamento successivo di oltre il 50% fino a un valore attuale di circa un miliardo. La proposta di acquisto da parte di Primav «oltre a mantenere fermi gli accordi industriali attualmente in essere per lo svolgimento dei lavori in favore della stessa Ecoradovias attraverso strutture consortili, amplia la partnership strategica a tutto il Sud America e particolarmente in Brasile», afferma il gruppo italiano. Ma perché Impregilo vende? Per due motivi: il primo per incassare un’enorme e sicura plusvalenza, il secondo per avere risorse in modo da poter distribuire un dividendo straordinario agli azionisti nel caso la contesa con i Salini, che avevano un progetto simile, lo richiedesse. Dal canto suo, il gruppo Salini, in una nota, si dice decisamente contrario alla decisione «frettolosa e distruttrice di valore».
Più difficilmente si inquadra tecnicamente nella partita per il controllo del gruppo l’altra decisione - che potrà diventare operativa solo nei prossimi mesi - presa dal cda di Impregilo a pochi giorni dalla scadenza entro la quale si possono depositare le azioni che peseranno nella cruciale assemblea del 12 luglio prossimo, cioè il piano di buy-back con lo strumento dell’offerta pubblica di acquisto su azioni proprie, anche se uno dei risultati finali sarà quello di ripartire i prevedibilmente ricchi dividendi futuri su un minor numero di azioni in circolazione. Infine, oltre ad avviare una revisione delle politiche di remunerazione dei vertici, il cda di Impregilo ha comunicato due notizie importanti. La prima riguarda i pareri legali di diversi giuristi, tra i quali Piergaetano Marchetti, che confermano, a differenza di quanto sostenuto da altri esperti consultati dai Salini tra cui Guido Rossi, «la piena inerenza all’oggetto sociale dell’attività sinora svolta dalla società in regime di concessione».

La seconda novità sarà invece gradita a tutti gli azionisti: il Tribunale del riesame di Napoli ha disposto l’annullamento del sequestro dei crediti del gruppo nei confronti dei Comuni campani, circa 115 milioni di euro bloccati nell’ambito del processo sul ciclo dei rifiuti in Campania.
RE

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