La crescita c'è ma è talmente lenta che sembra una lumaca. Non per fare battute o facile ironia. Sono i dati dell'Istat, purtroppo, a evidenziarlo senza alcuna ombra di dubbio: "L'economia italiana continua a crescere con un ritmo moderato, caratterizzato dal consolidamento del contributo positivo della domanda interna alla crescita del Pil". Lo rileva l'istituto di statistica nella nota mensile di maggio sull'andamento dell'economia nazionale. "Il principale motore della crescita - si legge nel documento - è costituito dai consumi ai quali si accompagna anche un miglioramento degli investimenti. In presenza di alcuni segnali di debolezza delle attese delle imprese e degli ordinativi della manifattura, l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana ha segnato un'ulteriore discesa, suggerendo il rallentamento nel ritmo di crescita dell'attività economica nel breve termine".
Padoan minimizza: dato isolato
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del convegno 'Fare Casa' sull'indicatore anticipatore Istat diffuso oggi. "C’è un indebolimento delle aspettative ma attendiamo i dati definitivi, continuo ad essere fiducioso. È' un dato isolato" e in ogni caso "l'Italia va meglio degli altri Paesi".
I dati sull'occupazione
A maggio, rileva l'Istat, le aspettative formulate dagli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione per i successivi tre mesi sono in miglioramento nei servizi a fronte di un complessivo peggioramento negli altri settori. L'Istat precisa che gli incrementi delle retribuzioni contrattuali pro-capite restano molto limitati (ad aprile hanno segnato una crescita tendenziale dello 0,6%) in un contesto di riduzione del livello dei prezzi al consumo. Ad aprile, si legge ancora, l’aumento degli occupati ha riguardato sia gli uomini (+0,3% su mese) sia le donne (+0,1%). La crescita ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,2%, 35 mila occupati in più), a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine.
Il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare, all’11,7%, come effetto della crescita della disoccupazione femminile al 12,8% legata all’aumento del numero di donne in cerca di occupazione (+4,2% in un mese) in corrispondenza di un calo delle inattive(-0,8%).
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