L'ad Poletto lascia Ferragamo. E la Borsa crede nella vendita

Piazza Affari scommette su un passo indietro degli eredi di Salvatore e il titolo fa +2,2%. Il ruolo dei cinesi

L'ad Poletto lascia Ferragamo. E la Borsa crede nella vendita

Piazza Affari scommette sulla vendita di Salvatore Ferragamo, tra le poche icone del made in Italy ancora in mano alla famiglia fondatrice. Il gruppo fiorentino ha chiuso la seduta in rialzo del 2,2% a 23,1 euro dopo aver annunciato martedì, in tarda serata, le dimissioni di Eraldo Poletto, subentrato nell'estate del 2016 alla poltrona di ad occupata per il decennio precedente da Michele Norsa.

L'addio sarebbe dovuto al bilancio poco entusiasmante: il pre-consuntivo 2017 ha evidenziato un giro d'affari in calo a 1,3 miliardi, il 3,1% in meno dell'anno precedente con un quarto trimestre in discesa dell'8,4%. Si aggiunge l'andamento rallentato del business che ha portato il top manager a lanciare, a dicembre, un proft warning sugli obiettivi di medio periodo. Per avere indicazioni su chi sostituirà Poletto, si dovrà aspettare il cda sui conti, convocato l'8 marzo.

La famiglia ha sempre smentito di voler vendere. Ma, per gli esperti, si tratta solo di una questione di tempo e di prezzo prima che la numerosa famiglia fiorentina (in tutto i discendenti del fondatore, Salvatore, sono una settantina) ceda a qualche avance redditizia e ciascun membro della dinastia scelga di inseguire le proprie passioni: come, ad esempio, le barche Nautors's Swan di Leonardo Ferragamo.

Tra chi ipotizza la cessione della maison c'è Equita ma non nel breve termine, considerando «l'impegno più volte espresso dalla famiglia e il momento degli utili particolarmente depresso». In Borsa c'è chi specula anche su possibili future offerte a 30 euro. Gli acquirenti? Sul mercato le ipotesi sfiorano tutti nomi del lusso mondiale, ovviamente stranieri (da Kering a Lvmh), con un'attenzione particolare per i cinesi posto che, proprio a Pechino, il gruppo genera il 35% del fatturato.

Il controllo della maison è in mano a Ferragamo Finanziaria, che ha il 57,7% del brand e ha siglato un patto di sindacato con il socio cinese Peter Woo (al 6% del capitale), un imprenditore con un patrimonio stimato da Forbes in 12,7 miliardi di dollari. Wanda Miletti, moglie del fondatore pur non avendo quote dirette detiene l'usufrutto e i diritti di voto sul 3% dell'azienda e sul 16% della Finanziaria.

La scorsa estate le quattro generazioni di Ferragamo hanno firmato un accordo

di famiglia che si estende a tutte le partecipazioni condivise (Ferragamo Finanziaria, Palazzo Feroni, Lungarno Alberghi e le proprietà di Viesca nel Chianti) pur non entrando merito della gestione dei pacchetti azionari.

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