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L'Ue vuole un'altra manovra: ci fa pagare il conto di Renzi

Contatti tra Roma e Bruxelles. La Commissione Ue ora chiede una correzione dei conti pubblici in tempi stretti

L'Ue vuole un'altra manovra: ci fa pagare il conto di Renzi

Si riaccendono le tensioni tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici italiani. I contatti tra il ministero dell'Economia e la Commissione sono continui e Pier Carlo Padoan ha visto stamattina a palazzo Chigi il premier Paolo Gentiloni per fare il punto. Obiettivo: "Valutare - spiegano fonti del Mef - i passi opportuni per evitare l'apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell'economia nazionale a partire dal 2014 ma ancora debole". Lo scorso 5 dicembre, ricordano le stesse fonti, si è tenuta una riunione dell'Eurogruppo nella quale i ministri delle finanze della zona euro hanno invitato l'Italia fare passi utili ad assicurare che il bilancio 2017 risulti conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita. Passi che "sarebbero cruciali per evitare l'apertura di una procedura di infrazione a causa dell'elevato livello di debito pubblico".

Il 16 novembre scorso la Commissione promosse i conti dell'Italia ma manifestò allo stesso tempo alcune riserve. "Non abbiamo respinto il bilancio italiano perché sarebbe stato un gesto grave", spiegò il commissario gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, citando proprio il contributo del nostro Paese sui migranti e le difficoltà legate al terremoto. Ma l'Italia fu comunque inserita tra i Paesi "a rischio". E la nostra situazione, insieme a quella del Belgio, fu giudicata la più difficile tra quelle che nell'immediato non venivano interessate dalla procedura di infrazione. "Senza la concessione della flessibilità", in particolare quella per il sisma, scrisse l'esecutivo comunitario, un "rischio di deviazione significativa al percorso di aggiustamento verso gli obiettivi di bilancio di medio termine" si sarebbe registrato "già nel 2016". E invitò Roma "a prendere le necessarie misure all'interno del processo della legge di Bilancio per assicurarsi che il bilancio 2017 rispetti il Patto di stabilità e crescita".

Adesso però la musica è cambiata. E l'Italia deve mettere mano a una manovra aggiuntiva da almeno 3 miliardi, nella migliore delle ipotesi. E deve farlo rapidamente. Insomma, adesso la Ue vuole farci pagare il conto lasciato dal premier Renzi e pretendo che l'attuale esecutivo colmi il divario tra gli impegni presi lo scorso anno e i saldi che risultano dalla manovra varata da Renzi in ottobre.

Per l'Italia "non c'è la disponibilità a fare una manovra che comprima o deprima la crescita, che è il bene essenziale al quale noi stiamo rivolgendo tutta l'attenzione", ha detto il ministro degli Esteri dell'Italia, Angelino Alfano, parlando alla stampa al termine del Consiglio Affari esteri a Bruxelles. Rispondendo alla domanda sull'ipotesi di una richiesta di correzione dei conti pubblici da parte dell'Ue, Alfano ha precisato che "noi abbiamo un lavoro in corso da parte degli uffici competenti, del Mef (ministero dell'Economia e delle finanze), con la Commissione, ma ancora non c'è nessuna lettera. Non è ancora arrivata nessuna comunicazione. Di certo c'è che i nostri sono al lavoro".

"Vedremo se sarà il caso di prendere misure

ulteriori per rispettare gli obiettivi", aggiunge Piercarlo Padoan, che ricorda di voler "continuare a lavorare per tasse più basse, riforme strutturali e rilancio degli investimenti pubblici e privati per sostenere la crescita".

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