Luglio nero per le auto. Ma Marchionne promette: "Sull'Italia non mollo"

L'ad di Fiat rassicura i sindacati: "Se pensassi che fosse una battaglia persa non sarei qui

"Io sono ancora qua, non mollo". Sergio Marchionne prova a rassicurare i sindacati sulle sorti della Fiat in Italia: "Se pensassi che l’Italia fosse una battaglia persa non sarei qui". A Raffaele Bonanni che chiede all'azienda automobilistica di "non gettare la spugna", il Lingotto ha inoltre assicurato che nessuno stabilimento chiuderà (nonostante la sospensione di Mirafiori) e che ha intenzione "di contenere gli effetti della congiuntura sfavorevole attraverso l’utilizzo della cassa integrazione evitando interventi strutturali sulla forza lavoro".

Marchionne ha però ribadito il suo punto di vista ai sindacati presenti all'incontro: "È quasi impossibile lavorare in una situazione di assoluta incertezza per quanto riguarda l’applicazione di norme di legge e di contratto", ha detto l'ad di Fiat ricordando che "per confrontarsi con la concorrenza internazionale è indispensabile che venga garantito il rispetto e la condivisione, da parte di tutti, delle condizioni concordate tra azienda e sindacati nel contratto di lavoro di gruppo".

Intanto a luglio la crisi del mercato dell'auto si fa sentire, con le immatricolazioni che calano del 21,4%, nonostante il

gruppo Fiat sia leggermente sopra la media, con una quota di mercato del 30,4%, in lieve rialzo rispetto al 30,2% di un anno fa. Nell'anno, inoltre, la Panda si conferma l'auto più venduta, seguita da Punto, Ypsilon e 500.

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